Vocee…
—
Voceeee….
—
Frances!
Che vuoi?! Stavo già dormendo da un po’…aspetta un momento…
Cosa?
Da quando mi chiami per nome?
Da quando non rispondi benché ti stia urlando addosso da un po’…
Magari era voluto, il fatto di non rispondere. Ma non è questo il punto.
E quale sarebbe il punto?
Lo sai che non mi garba che usi il mio nome.
Sì, lo so. Però non capisco perché. E un nome bellissimo.
Sì, ma è mio.
E quindi…?
E la mia privacy?
Oddio, adesso chiamare qualcuno per nome è una violazione della privacy?
In un certo senso…
Ouf, quanto la fai lunga, tanto ormai ti ho chiamato. E l’hanno sentito tutti. E poi dovevo pur dirtelo una buona volta: ho anche parlato di te mentre non c’eri.
Adesso ti dai pure al pettegolezzo… Un momento…non avrai mica detto anche qualcosa riguardo al mio aspetto?
Beh, non in dettaglio, ecco.
Sii più precisa, grazie.
Non mi ricordo.
Cazzate. Ti ricordi benissimo.
Mah, potrebbe forse essermi accidentalmente scappato qualcosa riguardo alla tua natura…
Definisci ‘natura’.
Categoria di appartenenza…?
Hai detto a qualcuno che sono una scimmia?!
L’hai detto tu. Io non ho detto niente.
Che stronza che sei.
Guarda che tanto qualcuno in rete che lo sapeva c’era già.
Sì, ma non girava da queste parti. Qui ho una reputazione da difendere.
Certo. Immagino. Ma senti…io non ti avevo chiamato per questo.
Lo so. Mi avevi chiamato come al solito perché non sapevi come iniziare il post e stavi cazzeggiando.
In effetti…
Quanto sei prevedibile. Allora. Seguiamo la procedura standard. Qual è il film di stasera?
Self/Less
Di cosa parla il film di stasera?
Di Damian (Ben Kingsley). Che è ricco e potente. Al centro di un grande impero finanziario. Abituato ad avere tutto quello che vuole. Abituato anche ad essere solo.
E…
E Damian ha una figlia a cui tiene molto ma con la quale quasi non parla. Ha un collaboratore che è anche il suo unico amico. E ha un cancro che non gli lascia più molto tempo.
In modo apparentemente casuale viene a conoscenza dello shedding, una terapia medica d’avanguardia, nota solo a pochi, che consente il trasferimento della coscienza da un corpo vecchio ad uno nuovo, ufficialmente creato in laboratorio per questo scopo.
Padre di questa tecnologia è Albright (Matthew Goode), giovane brillante, che segue Damian nell’intervento e lo assiste nel periodo successivo per accertarsi che non ci siano effetti collaterali.
Un corpo nuovo, giovane e forte. La ricchezza di prima, sapientemente amministrata e trasferita. Una vita nuova di zecca.
Sembra tutto perfetto. L’unica cosa che il nuovo Damian (Ryan Reynolds) deve fare è ricordarsi di prendere qualche pillola.
Però. Una pillola dimenticata. Qualcosa che filtra dove non dovrebbe. Damian vede immagini che non capisce. Realizza di avere ricordi non suoi. Non capisce ma vuole seguire la pista che sembrano tracciare quei ricordi. E al fondo di quella pista c’è una realtà piuttosto diversa da quella liscia ed asettica che Albright gli ha venduto insieme alla sua nuova vita.
Non sembra male…
No, è quello che ho detto anch’io quando ho visto il trailer…peccato che poi non ci sia molto di più.
Dove si va a parare lo si capiva già tutto dal trailer. Il resto è riempito da un po’ di scene d’azione e di inseguimenti. Un po’ di dilemmi morali, una donna e una bambina da salvare, valori e una scala di priorità da riorganizzare. Niente di nuovo e niente di che.
Ben Kingsley fa da specchietto per le allodole e anche in questo caso, il trailer concentra il grosso delle scene in cui c’è lui, ma di fatto viene sostituito abbastanza presto. Ryan Reynolds non mi dice granché e fa il suo mestiere senza infamia e senza lode.
Nel complesso non è male e il ritmo scorre veloce ma Tarsem Singh – regista di The Cell (che prima o poi dovrò recuperarmi perché me lo ricordo come una cosetta interessante) e del Curioso caso di Benjamin Button, avrebbe potuto sforzarsi un po’ di più in originalità, tanto più che il tema e il presupposto potevano offrire anche dei buoni spunti.
Quindi me lo consigli o no?
Non te lo consiglio ma non te lo sconsiglio neanche. Chiaro no? Si può vedere un po’ a tempo perso.