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Archive for the ‘A. Giménez-Bartlett’ Category

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Pamela, una bellissima ex politica dal carattere duro e dai modi altezzosi.

Clarissa, la sua amante, delicata, sensibile, fragile.

Il signor Finn, elegante finanziere, attraente e colto.

Madame Tevener, una vedova dall’animo sensibile e romantico, dai modi vezzosi e dall’aspetto botticelliano.

Il signor Ottosillabo, ex ferroviere, dal carattere schivo e mite.

Leonard, giovane poeta e intellettuale.

Paracelso Pasteur, barbone dalla vasta cultura.

Cosa accomuna queste persone provenienti da ambiti così diversi e da esperienze di vita che nulla hanno a che spartire tra loro?

Sono tutti ospiti della stagione estiva di Exit.

Exit è una tenuta sontuosa in mezzo alla campagna. Una villa antica, circondata da un grande parco e da un’ampia vista sul panorama circostante.

A gestirla ci sono il dottor Berset, diretto responsabile dell’organizzazione, il dottor Eugenius, suo più stretto collaboratore e incaricato della gestione degli aspetti estetici-conviviali, e l’infermiera psicologa Matea addetta, tra le altre cose, alla cucina e artefice di regali banchetti.

Tutti coloro che si trovano ad Exit hanno presentato una documentazione che accertasse la loro idoneità per esservi ammessi e hanno firmato un contratto. Possono restare per una sola stagione durante la quale potranno scegliere il modo che riterranno più adatto per suicidarsi, assistiti in tutto dal personale della villa, sia per quanto riguarda gli aspetti medici, sia per quanto riguarda quelli estetico-scenografici di contorno all’evento del trapasso.

Exit, 1984, è il primo libro di Alicia Giménez-Bartlett.

Spiazzante per la dimensione di assoluta normalità che connota fin da subito un contesto che, di per sé, non potrebbe essere più assurdo. Divertente, a dispetto della tematica e sopratutto ferocemente ironico.

E’ un libro spietato nella sua leggerezza ma non lascia un senso di negatività, anzi. La fortissima componente surreale, che è presupposto imprescindibile di tutta la narrazione, contribuisce nel complesso a rafforzare una sensazione di assoluta plausibilità. C’è una logica ferrea dietro a tutta la complicata rappresentazione che va in scena ad Exit. Una logica che regge anche al di là degli apparenti eccessi e delle assurdità. Una logica che, alla fine, mette a nudo verità scomode e ovvie ma fondamentalmente incontestabili.

Consigliato. Come dicevo prima, non bisogna lasciarsi ingannare dalla tematica apparentemente cupa. Si parla di morte, è vero. La morte è sicuramente essa stessa protagonista, ma è un libro divertente. Forse amaro, ma non triste.

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