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Archive for the ‘Christine Chubbuck’ Category

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Non sono sicura di come parlare di questo film.

Riguarda un caso di cronaca e quindi lo svolgimento dei fatti è di pubblico dominio. Ma. E’ pur vero che io non sapevo nulla della vicenda in questione e questo ha sicuramente influenzato il modo in cui ho guardato il film.

In definitiva, è probabile che parlerò in modo esplicito della vicenda. Se questo sia da considerarsi spoiler o meno, non mi è del tutto chiaro, ad ogni modo, vi ho resi partecipi di questo dubbio amletico, ergo, decidete voi se proseguire o fermarvi.

Regia di Antonio Campos.

Tra i film in concorso in questa 34a edizione del TFF.

La vera storia di Christine Chubbuck.

Siamo in Florida, a metà degli anni Settanta. Christine ha 29 anni e sembra avviata verso una promettente carriera giornalistica presso un’emittente locale.

Christine è una bella ragazza dai lunghi capelli neri e dai modi sbrigativi e decisi. Fin da subito si vede la sua dedizione a ciò che fa e ci va un po’ per capire che l’ostentata sicurezza è una facciata dietro la quale si nasconde una situazione estremamente complessa.

Christine è spigliata e determinata. E’ sempre impegnata e oltre al lavoro si dedica al volontariato in ospedale, facendo spettacoli di marionette per i bambini.

Però. Christine vive con sua madre, e ha paura di andare da un dottore.

E poi c’è qualcosa. Qualcosa di non detto che aleggia nelle conversazioni con la madre. Qualcosa che è rabbia, risentimento, paura.

Un trasferimento alle spalle perché è successo qualcosa. Qualcosa che, sia lei che la madre, temono possa ripetersi.

Christine è dura e fragile.

E poi ci sono le cose che non vanno come dovrebbero andare. I suoi servizi che non piacciono al direttore dell’emittente.

Un collega per cui Christine ha un interesse ma con il quale non sa interagire, come non sa interagire quasi con nessuno, se non a livello superficiale.

Una promozione che non arriva e la sempre più crescente tendenza sensazionalistica dei media che impongono servizi ad effetto, notizie cruente, continui shock per i telespettatori.

Quello che conta – quello che porta soldi – è la cruda realtà, in living colors, direttamente dalla strada nelle case.

Christine si sgretola.

Assistiamo ad un processo di disintegrazione della sua persona fino al crollo definitivo e totale.

Fino a quando

“In keeping with Channel 40’s policy of bringing you the latest in ‘blood and guts’, and in living color, you are going to see another first—attempted suicide.”

Il 15 luglio del 1974, Christine Chubbock si toglie la vita, sparandosi in testa in diretta tv.

Campos dirige un film di perfetto equilibrio e di estrema delicatezza.

Entra gradualmente nella vita di Christine e coglie in pieno la dolorosa umanità della sua condizione.

Christine è prigioniera e vittima di se stessa. Ha bisogno di un aiuto che non è mai arrivato e che non è mai riuscita a chiedere.

E’ una creatura sperduta nell’abisso di un’esistenza che non sa gestire.

E’ sola e terrorizzata.

Nei panni di Christine è una fenomenale Rebecca Hall, in quella che è senza dubbio la sua interpretazione più notevole e che ha meritatamente ricevuto il premio come migliore attrice.

E già che si parla di premi, sabato sera c’è stata la cerimonia di premiazione del Festival e QUI potete trovare l’elenco di tutti i vincitori.

Cinematografo & Imdb.

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