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Archive for the ‘A. Jolie’ Category

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Che fatica.

Doverosa premessa.

Io voglio tanto bene ad Angelina e Brad. Li apprezzo come attori e, per quel che può valere un giudizio espresso dalla parte del pubblico, anche come persone/personaggi.

Però, davvero, che fatica questo By the Sea.

Cercherò di essere breve (cosa che ad Angelina non è riuscita).

Coppia in crisi.

Lei ex ballerina.

Lui scrittore presumibilmente affermato.

Americani.

Cercano di risolvere i loro problemi cambiando un po’ aria.

Anni Settanta. Francia del Sud (anche se in realtà mi par di capire che le riprese si siano svolte a Malta).

Un albergo lussuosissimo e un caffè d’altri tempi.

Tra di loro aleggia un non-detto ingombrante come un pachiderma maschio adulto e altrettanto impossibile da ignorare.

Una giovane coppia appena sposata nella stanza a fianco e un buco nella parete.

Ora. Non mi sento, in coscienza, di dire che è brutto, perché tutto in questo film è esteticamente e visivamente meraviglioso. E quando dico tutto intendo proprio tutto. Dall’ambientazione, ai più piccoli dettagli dell’arredamento, da loro due alla perfezione di ogni gesto. E’ tutto manieristico e teatrale fino all’esasperazione. Lei poi è qualcosa che lascia senza fiato. Ovviamente per la sua bellezza ma anche per il suo essere geneticamente e intrinsecamente diva fin nel midollo. Per il suo essere così meravigliosamente fuori luogo praticamente sempre e ovunque in tutto il film.

Il problema è che, mentre da un lato è una gioia per gli occhi, d’altro canto la trama langue. Non perché non ci sia o perché si debba riempire una storia di tremila fatti per renderla tale. E’ solo che non va avanti.

Durante il film ho guardato l’ora due volte. E, fidatevi, questo la dice lunga.

Poi non è che sia noioso o, peggio, molesto. Per dire, non mi tiravo i calci nelle caviglie da sola come con Inland Empire quando ebbi la malaugurata idea di andarlo a vedere al cinema. Però boh. Di sicuro non ero lì con loro, ecco.

Ci sono tutta una serie di elementi dei quali si capisce la funzione ma che non sono, per così dire, portati fino in fondo e quindi sì, ok, capisci cosa sta cercando di fare ma alla fine non lo fa. Un po’ come questa frase, credo, ma non ho voglia di riscriverla.

By the Sea è un film che Angelina dà l’idea di aver fatto più che altro per se stessa.

Ed è anche un film sui suoi occhi, per inciso, e sul suo trucco che sbava sempre e rigorosamente il giusto, mai di più mai di meno. Devo andare a vedere le marche del makeup.

Ma mi sto perdendo.

Situazioni e gesti (troppo?) scopertamente simbolici.

Poche parole. Lunghi silenzi e lunghi sguardi. E da un lato è giusto che sia così perché le emozioni e i sentimenti sono tanto nobili, grandi e intensi ma quando li si mette in parole sono sempre grotteschi e meschini. E quindi ok una comunicazione che è non-comunicazione e che è essa stessa simbolo della condizione di questa coppia. Però, anche questo, è troppo trascinato.

In generale, tutto il film poteva durare un’ora invece di due e sarebbe riuscito molto meglio.

Ancora.

L’elefante rosa in mezzo alla stanza che tutti fingono di non vedere. Il grande non-detto. Fino a metà film ti aspetti ancora che venga fuori per poi essere rielaborato magari nella seconda parte. Poi, da un certo punto, cominci a temere che – visto che di fatto la natura di questo non-detto è stata già spoilerata praticamente a inizio film – non venga chiarito affatto. Poi, quando perdi le speranze, viene buttato lì in un modo che gli toglie ogni centralità. Inizialmente questa cosa mi ha disturbata. Ripensandoci, in effetti ha un suo senso. Perché a quel punto, questo non-detto non ha più importanza, non è più il fulcro della questione. Non come lo era prima di essere esplicitato.

C’è tanto di personale, in questo film. Per ammissione della stessa coppia, è stata molto forte l’influenza del periodo delicatissimo dei due interventi di mastectomia e isterectomia cui si è sottoposta Angelina. E la lunga e inevitabile riflessione sulla condizione della femminilità in senso assolutamente fisico, prima che concettuale.

E’ un film onesto. Quello sì. Forse questo è anche uno dei motivi per cui non riesco a condannarlo, nonostante, di fatto, non funzioni granché.

Cinematografo & Imdb.

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ANGELINA JOLIE and BRAD PITT star in Universal Pictures’ By the Sea, her directorial follow-up to the studio’s epic Unbroken. Credit: Universal Pictures

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Angelina Jolie, altresì nota come l’unica donna che riesce ad essere gnocca anche con un paio di corna in testa.

Sono in arretrato con tutto e ci sarebbero titoli ben più vecchi di cui parlare ma in questi giorni continuo ad imbattermi in articoli e discussioni su questo qui, ergo mi esprimo prima di dimenticarmi cosa voglio dire, che qui i neuroni stanno già pericolosamente virando verso la modalità estiva.

Ennesima rivisitazione della fiaba della Bella Addormentata con annesso tentativo di riabilitazione della strega cattiva, come pare voglia la tendenza di questi ultimi anni.

E già questo ha suscitato una serie di polemiche del tipo “che bisogno c’era”.

Altro motivo di lamentazione che va per la maggiore è che sì, certo, hanno voluto riabilitare la strega cattiva ma non in quanto tale, bensì snaturandola e rendendola di fatto buona, in base alla politica disneyana dell’evisserofeliciecontenti.

Al che mi sorgono spontanee due considerazioni.

Considerazione uno.

No, è vero, non ce n’era bisogno, come probabilmente non c’è bisogno della maggior parte dei remake. Ma, se questa considerazione è valida per una grande fetta di produzione cinematografica, è anche vero che, se c’è un ambito che, per sua natura si presta a rivisitazioni, è proprio quello del fiabesco dal momento che le fiabe stesse sono il prodotto di continue rivisitazioni e reinterpretazioni di modelli canonici entrati a far parte del folklore proprio per il loro ricorrere periodicamente in diverse forme. Tutte le fiabe tradizionali contano nella loro storia diverse versioni di epoche diverse. Tutte contengono elementi diversi come variazione di un tema di base. E, in quest’ottica, non trovo poi così negativo il fatto che si abbia ancora voglia di crearne altre versioni.

Considerazione due.

Al di là dei gusti personali, del fatto che il film piaccia o meno, è un dato di fatto che è un film Disney. Che dichiaratamente si basa (in massima parte) sulla versione Disney della Bella Addormentata. Questo per dire che trovo leggermente pointless il fatto di uscire lamentandosi dell’eccessivo edulcoramento di stampo disneyano.

Da quando è nata, la Disney fa film per famiglie e fa un certo tipo di film per famiglie. Ha un suo approccio alle fiabe che è quello degli uccellini cinguettanti, del Principe Azzurro e dell’Amore con la A maiuscola che risolve tutto.

Cosa buona? Cosa cattiva? Né una cosa né l’altra. E’ così. Se ti garba vai a vedere i film Disney, altrimenti no. Fine. That’s it.

Se vai a vedere un film Disney aspettandoti che piazzino come protagonista una stronza impenitente e la facciano pure trionfare, una cocente delusione mi pare il minimo sindacale.

Che poi io sono la prima ad adorare i personaggi cattivi-cattivi-cattivi. Ma, una volta identificata la produzione, ripongo altrove le mie aspettative di un cattivo con i controcazzi.

Poi si può stare a discutere se il film sia riuscito o meno, ma quello è un altro discorso.

Nel caso specifico, a me Maleficent è piaciuto. E anche parecchio. Ok, non escludo che una parte consistente del mio giudizio sia dovuta al fatto che la Jolie così conciata è bellissima ma, d’altro canto, è lei il centro del film quindi direi che il fatto che concentri su di sé tutta l’attenzione è abbastanza legittimato.

La trama innesta la storia personale di Malefica nel tessuto della vicenda tradizionale ottenendo di fornire una prospettiva diversa sugli eventi conosciuti e, nel complesso, l’intreccio fila senza intoppi. La storia coinvolge e regala diversi momenti divertenti.

Visivamente ben fatto anche se – tolti il trucco di Malefica e le sue ali che sono gli elementi più degni di nota – non c’è quasi nulla che non si sia già visto, in un modo o nell’altro. C’è un po’ (manco a dirlo) di Signore degli Anelli, un po’ di Avatar, un po’ di Harry Potter, un po’ di Minimei e via dicendo.

Apprezzabile l’aver limitato le battaglie che sarebbero state un po’ fuori luogo.

Nei panni di Aurora troviamo Elle Fanning che non ci sta male anche se per i miei gusti sorride un po’ troppo (ma è pur vero che io ho sempre nutrito un po’ di diffidenza nei confronti di Aurora). E in ogni caso è una principessa e deve sorridere. Amen.

In definitiva è un film gradevole e fatto bene.

Sinceramente sono andata a vederlo solo per la Jolie e con il timore di replicare l’attacco di orticaria che mi colse in occasione di Biancaneve e il Cacciatore – dove neppure la bellezza della strega Charlize fu un’attenuante per un film sostanzialmente penoso – e ne sono uscita invece piacevolmente sorpresa.

Cinematografo & Imdb.

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Disney's MALEFICENT

MALEFICENT

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Non ho ancora capito se deve arrivare a maggio o a luglio di quest’anno.

Secondo me andrà a finire come per la versione 2.0 di Biancaneve, che la cosa più figa di tutto il film era la strega cattiva.

Vedremo.

Prima o poi dovrò anche affrontare il discorso dei colossal biblici che ci verranno scagliati addosso prossimamente ma, davvero, non trovo il coraggio. Se solo non ci si fosse messo di mezzo Aronofsky.

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