Allora. La mia intenzione sarebbe di non spoilerare. Vediamo se ci riesco. Perché in definitiva questo film mi è piaciuto eh, ma ci ho un paio di cosette sullo stomaco e non so se riesco ad esprimerle senza rivelare punti cruciali di questa complessa e assolutamente imprevedibile trama.
Punto primo.
Ben Affleck è il peggior Batman della storia.
E non è perché a me Ben Affleck non piace in generale. E’ davvero terribile.
Comincio a credere che il caro Ben abbia una certa propensione per rovinare supereroi, visto che già nel 2002 ci aveva regalato il peggior Daredevil della storia. E almeno nel 2002 era un po’ più magro.
Qui, tra il fatto che si è ingrossato in modo imbarazzante – apparentemente l’intenzione sarebbe quella di apparire muscoloso, di fatto il risultato è che sembra il pesce palla di Nemo quando si gonfia per sbaglio – e la nuova Bat-Tuta corazzata per resistere alla forza di Superman, il risultato è che l’agile pipistrello a malapena riesce a muoversi e pencola maldestro qua e là.
E poi, diciamolo, penso sia l’unico che riesce a sembrare un coglione anche mascherato, con quella bocca sempre mezza aperta.
A questo si unisce il fatto che nella prima parte di film la trama è deboluccia.
Come ho già avuto modo di esprimere, Superman non è mai stato tra i miei eroi preferiti. Non mi ha mai esaltato più di tanto. Magari è colpa del mantello rosso, visto che diffido anche di Thor, non so. Sta di fatto che non ho visto quasi nessuno dei film recenti su Superman, e nemmeno L’uomo d’acciaio che è il reboot della saga e il capitolo immediatamente precedente a questo.
Anyway, da quel che si intuisce, la storia di questo film prende le mosse dallo scontro finale dell’Uomo d’acciaio che rende Superman una figura controversa mettendo in crisi l’immagine del salvatore univocamente buono.
Entrano in scena concetti come la legittimità del potere e via così.
E fin qui la cosa mi sta anche bene.
Insomma, a tutti i supereroi è successo di venir messi in discussione per la natura inevitabilmente assoluta del loro potere. E a quasi tutti i supereroi è toccata la condanna della massa come in prima battuta è toccata l’adorazione.
E mi sta anche bene tutto il discorso – più o meno fuor di metafora e più o meno simbolico – sul rapporto uomo-dio e su un’umanità che non ha più bisogno di dei. Un’umanità che destituisce e condanna i suoi dei. Un’umanità che vuole vendicarsi della potenza dei suoi dei.
Ok. Tutto questo è molto giusto e anche molto figo, se ben articolato. Rende complessa la figura del supereroe, in particolare di uno come Superman, che non è umano e per il quale il discorso risulta particolarmente calzante.
Quello che non mi torna in tutto ciò, è perché diavolo Bruce Wayne di punto in bianco deve avercela così a morte con il povero Superman.
Ecco, questo non sta proprio in piedi.
Sì, è vero, hanno arbitrariamente piazzato la Wayne Tower a Metropolis (e già lì, vabbè…) e gliel’hanno fatta accidentalmente abbattere da Superman. E ok, rimangono uccise persone che lavoravano per Bruce.
Però no. No e ancora no.
Dai, non basta. Non sta in piedi che per questo Bruce monti su una guerra pseudo-ideologica che, nel migliore dei casi, sa molto più di vendetta personale che di crociata da giustiziere.
Tutta la prima metà del film di fatto non decolla proprio perché non è reso in modo credibile il presupposto dell’antagonismo alla base della storia.
E non basta un Jeremy Irons in versione Alfred a salvare un Batman mal costruito come personaggio e ancora peggio interpretato come di attore.
Posto che comunque l’Alfred-Michael Caine per quel che mi riguarda rimane insuperabile, ma questo è ancora un altro discorso.
Diciamo che tutta la sceneggiatura della prima metà del film è da annoverarsi tra i danni collaterali del combattimento di Superman. E’ stata centrata da qualche esplosione vagante e amen.
Di questa prima parte, l’unica cosa che mi è sinceramente piaciuta e che mi ha reso tollerabile il tutto è Lex Luthor.
Ora, spero che Kevin Spacey non me ne voglia, ma Jesse Eisenberg potrebbe quasi essere il miglior Lex Luthor della storia.
Parentesi del disagio. Ma sono l’unica ad essere turbata dal fatto che il nome di Jesse Eisenberg è praticamente il riassunto di Breaking Bad, grafia a parte? Chiusa la parentesi del disagio.
Sì, ok, io ho sicuramente una propensione per i personaggi squilibrati, ma forse proprio per questo li apprezzo tanto quando sono ben fatti.
Il Lex di Eisenberg è un cattivo-cattivo, cosa che è in tono con il personaggio originale, con però l’aggiunta di un atteggiamento teatrale a metà tra il Jocker di Nolan e Tremotino di Robert Carlyle e che, in definitiva, fa sì che ci guadagni in carisma.
E lo so, che queste aggiunte caratteriali non sono invece in tema con l’originale, ma il risultato mi garba ugualmente.
Anni di trasposizioni Marvel mi hanno educata a giudicare separatamente i personaggi dei fumetti originali e le loro versioni cinematografiche.
Sono due mondi collegati, ovviamente, ma molto diversi per contesto e modi di comunicazione. Non vedo perché per l’universo DC il discorso dovrebbe essere diverso.
Ergo, no, non la vivo come blasfemia il fatto di apprezzare un personaggio filmico distante anche anni luce dal suo originale disegnato. E’ un po’ lo stesso discorso che potrei fare per Wolverine. Eddai, a chi non piace Hugh Jackman che fa Wolverine anche se non c’entra una fava con il fumetto?
*e ricevette una carrettata di ortaggi direttamente sulla tastiera*
Comunque. Vado avanti che sennò qui non arrivo più alla fine.
Tra la prima e la seconda parte c’è un momento di passaggio che dal punto di vista della trama era necessario ma che, per come è stato reso, mi ha fatto storcere il naso anche qui.
Ora, non voglio elargire troppi dettagli, ma il succo è che c’è un momento in cui Superman prende davvero un sacco di legnate. Cosa che di per sé, ripeto, ci sta anche. E’ solo che…boh, immagino sia per effetto del fatto che non ritenevo motivata l’ostilità di Batman nei suoi confronti, ma il risultato è che ho trovato veramente troppo cattiva questa parte. Ero proprio sinceramente dispiaciuta per il povero Superman (sempre Henry Cavill). E dire che non mi sta neanche troppo simpatico. E, per contro, ero mortalmente incazzata con Batman che si confermava un inequivocabile coglione.
Poi qualcuno mi ha ricordato che nessuno dei due è reale.
La seconda parte del film migliora sensibilmente e diventa un bel videogiocone, con tanto di big boss preso di peso dalla grafica del Signore degli Anelli I e Harry Potter I (per effetto di una strana proprietà transitiva tra Gentle Giant Studios e Weta Digital), vale a dire che hanno riciclato lo stesso troll con gli occhi laterali come Vincent Cassel. In più questo qui fa scintille e accumula energia in perfetto stile videogioco. E se lo colpisci nei calcagni si inginocchia preciso sputato come i boss intermedi di Prince of Persia, fateci caso.
Ad ogni modo la parte di scontri più o meno finali è divertente.
Tirano in ballo Wonder Woman – una Gal Gadot che non ho ancora capito se mi garbi o meno nella parte perché di fatto qui fa davvero troppo poco per farsi un’idea.
L’unico dubbio che avevo era sullo scudo perché, è vero che c’è in diverse rappresentazioni, ma mi sono persa da dove salta fuori perché non era parte dell’equipaggiamento originale, se non sbaglio.
Viene aperta la strada agli altri membri DC della Justice League ma per il momento si vede ancora troppo poco per dire che piega vogliano dare alla cosa.
Bon, ho finito. E sono anche riuscita a non rivelare niente di compromettente.
Ah, dimenticavo, c’è Amy Adams che fa Lois e Diane Lane che fa la mamma di Superman ed è tanto bella come sempre.
Se siete puristi del fumetto probabilmente vi irriterà oltremodo. Se, come la sottoscritta, vivete i film-fumetto come una sorta di AU rispetto alla continuity originale, probabile che vi divertirete.
Cinematografo & Imdb.
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