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Archive for the ‘D. Cooper’ Category

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E alla fine l’ho visto, com’era inevitabile.

E alla fine devo ammettere che non era neanche così male.

Gary Shore non ha grandi pretese e non va a scomodare eccessivamente l’iconografica classica del personaggio, il che, già in partenza placa un po’ l’ostile diffidenza con cui il vampirofilo arriva in sala.

Sostanzialmente ne fa un film di cappa e spada, con un eroe-supereoe che avrebbe potuto essere un vampiro come qualsiasi altro genere di creatura con poteri, ottenendo l’effetto di risultare piuttosto fumettoso e, per questo, a suo modo, divertente.

In quest’ottica, anche il presupposto di eventuale riabilitazione del cattivo risulta meno invasivo e meno pesante sul significato complessivo della trama.

Questo Dracula è talmente lontano dal vero Dracula che non si percepisce molto l’intento di attribuirgli una storia diversa.

E’ un po’ come una graphic novel ispirata al personaggio di Dracula, in cui alcuni tratti vengono mantenuti giusto perché l’origine sia riconoscibile ma poi non si va molto più in là.

E va bene così. Va benissimo così.

Perché ci si può godere la storia senza farsi venire travasi di bile.

Già dal prologo si avverte il distacco. Già dal fatto che si fa del crudelissimo Dracula un povero mercenario rapito dai Turchi che appena torna a casa cerca di rimuovere le atrocità commesse – salvo poi non resistere alla tentazione di precisare, più avanti nel film, che anche tali atrocità in realtà erano state commesse solo per evitarne di peggiori, ma vabbè, se eroe buono deve essere che eroe buono sia e amen. E anche tornato a casa, Dracula non è altro che un povero principe che deve difendere il suo popolo e la sua terra dai Turchi cattivi e quindi finisce col cercare un potere che lo renda in grado di compiere la sua missione e salvare prima di tutto la sua famiglia.

Trova il potere e il potere ha ovviamente un prezzo.

Insomma, tutto secondo canone. Però canone da (super)eroe generico più che da Dracula o da vampiro.

Il potere che Dracula ottiene viene rappresentato solo in modo superficiale, come aumento di potenza. Non ci si sofferma sul significato del sangue né vengono approfondite le sue implicazioni.

Battaglie su battaglie, anche perché a Gary ci piace un sacco il trucchetto di Dracula che si trasforma in uno stormo di pipistrelli e lo usa il più possibile – e in effetti fa anche bene perché è piuttosto figo.

Luke Evans, continuo a dire che a fare il vero Dracula non ce lo vedo, ma per questo qui alla fin fine ci può anche stare.

Gli elementi classici della vicenda vengono accennati e sparpagliati qua e là ma sono più dei tributi che non una vera e propria rivisitazione per cui non infastidiscono e si notano persino con compiacimento.

L’armatura di Dracula richiama palesemente quella di Gary Oldman di Coppola anche se è un po’ meno rossa – e questo è pure un bene dato che con quella armatura il povero Oldman mi è sempre sembrato un’aragosta gigante.

E poi, è innegabile che a Shore sia piaciuto il film di Intervista col vampiro perché ci sono tutta una serie di gesti che richiamano palesemente la gestualità stile Rice, morso del polso in primis (e, in generale, ci sono forse più riferimenti ai vampiri di Anne che non a quelli di stampo stockeriano).

Insomma, un adventure visivamente gradevole e concettualmente di poco impegno ma tutto sommato apprezzabile.

Cinematografo & Imdb.

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