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Archive for the ‘E. L. Masters’ Category

Questo

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è indiscutibilmente uno degli album più belli di Fabrizio De André.

E uno di quelli che amo di più in assoluto.

Ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters tradotta da Fernanda Pivano nel 1943.

« Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare […], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto.»

Le canzoni.

LATO A

1.  La collina – 4:03

2.  Un matto (dietro ogni scemo c’è un villaggio) – 2:37

3.  Un giudice – 2:24

4.  Un blasfemo (dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato) – 3:01

5.  Un malato di cuore – 4:18

LATO B

1.  Un medico – 2:37

2.  Un chimico – 3:01

3.  Un ottico – 4:34

4.  Il suonatore Jones – 4:24

Le parole.

La collina

Dove se n’è andato Elmer
che di febbre si lasciò morire
Dov’è Herman bruciato in miniera.

Dove sono Bert e Tom
il primo ucciso in una rissa
e l’altro che uscì già morto di galera.

E cosa ne sarà di Charley
che cadde mentre lavorava
dal ponte volò e volò sulla strada.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella e Kate
morte entrambe per errore
una di aborto, l’altra d’amore.

E Maggie uccisa in un bordello
dalle carezze di un animale
e Edith consumata da uno strano male.

E Lizzie che inseguì la vita
lontano, e dall’Inghilterra
fu riportata in questo palmo di terra.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto

dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male

hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle bandiere
legate strette perché sembrassero intere.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dov’è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant’anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.

Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all’amore né al cielo.

Lui sì sembra di sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate

sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
“Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?”

La Collina

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, 
l’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
 
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno trapassò in una febbre, 
uno fu arso in miniera,
 
uno fu ucciso in rissa,
 
uno morì in prigione,
 
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari –
 
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie, 
la tenera, la semplice, la vociona, l’orgogliosa, la felicie?
 
Tutte, tutte, dormono sulla collina.

Una morì di un parto illecito, 
una di amore contrastato,
 
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
 
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
 
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
 
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag –
 
tutt, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono zio Isaac e la zia Emily, 
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
 
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
 
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra, 
e figlie infrante dalla vita,
 
e i loro bimbi orfani, piangenti –
 
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dov’è quel vecchio suonatore Jones 
che giocò con la vita per tutti i novant’anni,
 
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
 
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,
 
né al denaro, né all’amore, né al cielo?
 
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
 
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
 
di ciò che Abe Lincoln
 
disse una volta a Springfield.

The Hill

Where are Elmer, Herman, Bert, Tom and Charley, 
The weak of will, the strong of arm, the clown, the boozer, the fighter?
 
All, all are sleeping on the hill.
 
One passed in a fewer,
 
One was burned in a mine,
 
One died in a jail,
 
One fell from a bridge toiling for children and wife –
 
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.

Where are Ella, Kate, Mag, Lizzie and Edith, 
The tender heart, the simple soul, the loud, the proud, the happy one?
All, all are sleeping on the hill.

One died in shameful child-birth, 
One of a thwarted love,
 
One at the hands of a brute in a brothel,
 
One of a broken pride, in the search for heart’s desire,
 
One after life in a far-away London and Paris
 
Was brought to her little space by Ella and Kate and Mag –
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.

Where are Uncles Isaac and Aunt Emily, 
And old Towny Kincaid and Sevigne Houghton,
 
And Major Walked who had talked
 
With venerable men of the revolution? –
 
All, all are sleeping on the hill.

They brought them dead sons from the war, 
And daughters whom life had crushed,
 
And their children fatherless, crying –
 
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.

Where is Old Fiddler Jones 
Who played with life all his ninety years,
 
Braving the sleet with bared breast,
 
Drinking rioting, thinking neither of wife nor kin,
 
Nor gold, nor love, nor heaven?
 
Lo! he babbles of the fish-frys of long ago,
 
Of the horse races of long ago at Clary’s Grove,
 
Of what Abe Lincoln said
 
One time at Springfield. 

Un matto

(Dietro ogni scemo c’è un villaggio)

Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole,
e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
e neppure la notte ti lascia da solo:
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro

E sì, anche tu andresti a cercare
le parole sicure per farti ascoltare:
per stupire mezz’ora basta un libro di storia,
io cercai di imparare la Treccani a memoria,
e dopo maiale, Majakowsky, malfatto,
continuarono gli altri fino a leggermi matto.

E senza sapere a chi dovessi la vita
in un manicomio io l’ho restituita:
qui sulla collina dormo malvolentieri
eppure c’è luce ormai nei miei pensieri,
qui nella penombra ora invento parole
ma rimpiango una luce, la luce del sole.

Le mie ossa regalano ancora alla vita:
le regalano ancora erba fiorita.
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
“Una morte pietosa lo strappò alla pazzia”.

Frank Drummer

Fuori di una cella in questo spazio oscurato – 
la fine a venticinque anni!
La mia lingua non riusciva a pronunciare ciò che si agitava dentro di me
e il villaggio mi prese per matto.
Eppure all’inizio c’era una visione chiara,
un alto e urgente proposito nella mia anima
che mi spingeva a cercare di imparare a memoria
L’Enciclopedia Britannica!

Frank Drummer

Out of a cell into his darkened space – 
The end at twenty-five!
My tongue aould not speak what stirred within me,
And the village thought me a fool.
 
Yet at the start there was a clear vision,
 
A high and urgent purpose in my soul
Which drove me on trying to memorize
The Encyclopaedia Britannica!

Un giudice

Cosa vuol dire avere
un metro e mezzo di statura,
ve lo rivelan gli occhi
e le battute della gente,
o la curiosità
d’una ragazza irriverente
che vi avvicina solo
per un suo dubbio impertinente:

vuole scoprir se è vero
quanto si dice intorno ai nani,
che siano i più forniti
della virtù meno apparente,
fra tutte le virtù
la più indecente.

Passano gli anni, i mesi,
e se li conti anche i minuti,
è triste trovarsi adulti
senza essere cresciuti;
la maldicenza insiste,
batte la lingua sul tamburo
fino a dire che un nano
è una carogna di sicuro
perché ha il cuore troppo
troppo vicino al buco del culo.

Fu nelle notti insonni
vegliate al lume del rancore
che preparai gli esami
diventai procuratore
per imboccar la strada
che dalle panche d’una cattedrale
porta alla sacrestia
quindi alla cattedra d’un tribunale
giudice finalmente,
arbitro in terra del bene e del male.

E allora la mia statura
non dispensò più buonumore
a chi alla sbarra in piedi
mi diceva “Vostro Onore”,
e di affidarli al boia
fu un piacere del tutto mio,
prima di genuflettermi
nell’ora dell’addio
non conoscendo affatto
la statura di Dio.

Il giudice Selah Lively

Immagina di essere alto un metro e cinquantotto
e di avere iniziato a lavorare come garzone in una drogheria
studiando legge a lume di candela
finchè non sei diventato avvocato.
 
E poi immagina che, grazie alla tua diligenza
 
e alla frequentazione regolare della chiesa,
tu sia diventato il legale di Thomas Rhodes,
 
che collezionava cambiali e ipoteche,
e rappresentava tutte le vedove
davanti alla Corte. E che in tutto questo
ti canzonassero per la tua statura e ridessero dei tuoi vestiti
e dei tuoi stivali lucidi. E poi immagina
 
di essere diventato Giudice di Contea.
E che Jefferson Howard e Kinsey Keene,
 
e Harmon Whitney, e tutti i giganti
che ti avevano schernito, fossero obbligati a stare in piedi
davanti al banco e a dire “Vostro Onore” –
Beh, non pensi che sarebbe naturale
che io rendessi loro la vita difficile?

Judge Selah Lively

Suppose you stood just five feet two
And had worked your way as a grocery clerk
Studying law by candle light
Until you became an attorney at law?
And then suppose through your diligence,
 
And regular church attendance,
 
You became attorney for Thomas Rhodes,
 
Collecting notes and mortgages,
 
And representing all the widows
In the Probate Court? And through it all
They jeered at your size, and laughed at your clothes
And your polished boots? And then suppose
You became the County Judge?
And Jefferson Howard and Kinsey Keene,
 
And Harmon Whitney, and all the giants
Who had sneered at you, were forced to stand
Before the bar and say “Your Honor” –
 
Well, don’t you think it was natural
That I made it hard for them?

Un blasfemo

(dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato) 

Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,
più non arrossii nel rubare l’amore
dal momento che Inverno mi convinse che Dio
non sarebbe arrossito rubandomi il mio.

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l’anima a forza di botte.

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c’e’ il bene e c’è il male.

Quando vide che l’uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.

… mi cercarono l’anima a forza di botte…

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l’ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato
ci costringe a sognare in un giardino incantato.

Wendell P. Bloyd

Prima mi incastrarono con l’accusa di condotta immorale,
non c’era alcuno statuto sulla blasfemia.
Poi mi rinchiusero come pazzo
dove fui picchiato a morte da una guardia cattolica.
La mia offesa era questa:
dicevo che Dio mentì ad Adamo, e lo destinò
a trascorrere una vita da stolto,
ignorando che al mondo c’è il male così come c’è il bene
E quando Adamo mise nel sacco Dio mangiando la mela
E vide oltre la menzogna,
Dio lo cacciò fuori dall’Eden per impedirgli di cogliere
il frutto della vita immortale.
Cristo Santo, voi gente di buon senso,
ecco quello che Dio stesso dice nel libro della Genesi:
“E il Signore Iddio disse: ecco che l’uomo
 
è diventato uno di noi” (un po’ d’invidia, vedete)
“a conoscere il bene e il male” (la bugia che-tutto-è-bene smascherata)
“E allora, perchè non allungasse oltre la mano a prendere
e mangiare anche dall’albero della vita, e non vivesse in eterno:
per questo il Signore Iddio lo scacciò dal giardino dell’Eden”.
(La ragione per cui, credo, Dio crugifisse Suo Figlio
 
per tirarsi fuori da quel brutto pasticcio, è che è proprio da par Suo)

Wendell P. Bloyd

They first charged me with disorderly conduct,
There being no statute on blasphemy.
Later they locked me up as insane
Where I was beaten to death by a Catholic guard.
My offense was this:
I said God lied to Adam, and destined him
To lead the life of a fool,
Ignorant that there is evil in the world as well as good.
And when Adam outwitted God by eating the apple
And saw through the lie,
God drove him out of Eden to keep him from taking
The fruit of immortal life.
For Christ’s sake, you sensible people,
Here’s what God Himself said about it in the book of Genesis:
“And the Lord God said, behold the man
is become one of us” (a little envy, you see),
“To know good and evil” (the all-is-good lie exposed)
“And now lest he put forth his hand and take
Also of the three of life and eat, and live forever:
Therefore the Lord God sent Him forth from the garden of Eden
(The reason I believe God crucified His Own Son
To get out of the wretched tangle is, because it sounds just like Him).

Un malato di cuore

“Cominciai a sognare anch’io insieme a loro
poi l’anima d’improvviso prese il volto.”

Da ragazzo spiare i ragazzi giocare
al ritmo balordo del tuo cuore malato
e ti viene la voglia di uscire e provare
che cosa ti manca per correre al prato,
e ti tieni la voglia, e rimani a pensare
come diavolo fanno a riprendere fiato.

Da uomo avvertire il tempo sprecato
a farti narrare la vita dagli occhi
e mai poter bere alla coppa d’un fiato
ma a piccoli sorsi interrotti,
e mai poter bere alla coppa d’un fiato
ma a piccoli sorsi interrotti.

Eppure un sorriso io l’ho regalato
e ancora ritorna in ogni sua estate
quando io la guidai o fui forse guidato
a contarle i capelli con le mani sudate.

Non credo che chiesi promesse al suo sguardo,
non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce,
quando il cuore stordì e ora no, non ricordo
se fu troppo sgomento o troppo felice,
e il cuore impazzì e ora no, non ricordo,
da quale orizzonte sfumasse la luce.

E fra lo spettacolo dolce dell’erba
fra lunghe carezze finite sul volto,
quelle sue cosce color madreperla
rimasero forse un fiore non colto.

Ma che la baciai questo sì lo ricordo
col cuore ormai sulle labbra,
ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo,
e il mio cuore le restò sulle labbra.

“E l’anima d’improvviso prese il volo
ma non mi sento di sognare con loro
no non si riesce di sognare con loro.”

Francis Turner

Non potevo correre o giocare
da ragazzo.
Da uomo potevo solo sorseggiare dalla coppa,
non bere –
 
perchè la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Ora giaccio qui
confortato da un segreto che nessuno tranne Mary conosce:
c’è un giardino di acacie,
di catalpe, e di pergole dolci di viti –
 
là quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary –
baciandola con l’anima sulle labbra
all’improvviso questa prese il volo.

Francis Turner

I could not run or play
in boyhood.
In manhood I could only sip the cup,
Not drink –
 
For scarlet-fever left my heart diseased.
Yet I lie here
Soothed by a secret none but Mary knows:
There is a garden of acacia,
Catalpa threes, and arbors sweet with vines
There on that afternoon in June
By Mary’s side –
 
Kissing her with my soul upon my lips
It suddently took flight.

Un medico

Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.

Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore.

E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l’uomo
e vennero in tanti e si chiamavano “gente”
ciliegi malati in ogni stagione.

E i colleghi d’accordo i colleghi contenti
nel leggermi in cuore tanta voglia d’amare
mi spedirono il meglio dei loro clienti
con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale:
ammalato di fame incapace a pagare.

E allora capii fui costretto a capire
che fare il dottore è soltanto un mestiere
che la scienza non puoi regalarla alla gente
se non vuoi ammalarti dell’identico male,
se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.

E il sistema sicuro è pigliarti per fame
nei tuoi figli in tua moglie che ormai ti disprezza,
perciò chiusi in bottiglia quei fiori di neve,
l’etichetta diceva: elisir di giovinezza.

E un giudice, un giudice con la faccia da uomo
mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione
inutile al mondo ed alle mie dita
bollato per sempre truffatore imbroglione
dottor professor truffatore imbroglione.

Il Dr. Siegfried Iseman

-Io dissi, quando mi diedero in mano il diploma,
io dissi a me stesso: sarò buono
e saggio e coraggioso e utile al mio prossimo;
dissi: porterò il credo cristiano
nella pratica della medicina!
In qualche modo il mondo e gli altri medici
sanno cosa c’è nel tuo cuore non appena prendi
questa nobile decisione.
E il fatto è che ti fanno morire di fame.
E nessuno viene da te se non i poveri.
E tu scopri troppo tardi che fare il dottore
è solo un modo per guadagnarsi da vivere.
E quando sei povero e devi portare
il credo cristiano e una moglie e i figli
tutto su di te, è troppo!
E’ per questo che inventai l’Elisir di Giovinezza,
che mi spedì nella prigione di Peoria
bollato come imbroglione e truffatore
dall’integerrimo Giudice Federale!

Dr. Siegfried Iseman

I said, when thay handed me my diploma,
I said to myself I will be good
And wise and brave and helpful to others;
I said I will carry the Christian creed
Into practice of medicine!
Somehow the world and the other doctors
Know what’s in your heart as soon as you make
This high-souled resolution.
And the way of it is they starve you out.
And no one comes to you but the poor.
And you find too late that being a doctor
Is just a way of making a living.
And when you are poor and have to carry
The Christian creed and wife and children
All on your back, it is too much!
That’s why I made the Exilir of Youth,
Which landed me in the jail at Peoria
Branded a swindler and a crook
By the upright Federal Judge!
– Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offrì in battaglia,
ma tre croci, due per chi
disertò per rubare,
la più grande per chi guerra
insegnò a disertare.-

Un chimico

Solo la morte m’ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all’aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m’ha portato in collina.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l’amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l’amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore.

È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso il vostro morire
vuoi che uscite all’amore che cedete all’aprile.
Cosa c’è di diverso nel vostro morire.

Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Ma guardate l’idrogeno tacere nel mare
guardate l’ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.

Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d’amore.
E qualcuno dirà che c’è un modo migliore.

Trainor, il farmacista

Solo il chimico può dire, e non sempre,
cosa verrà fuori dall’unione
di fluidi o solidi.
E chi può dire
come uomini e donne reagiranno
fra loro, o quali figli ne risulteranno?
C’erano Benjamin Pantier e sua moglie,
 
buoni in sé stessi, ma cattivi l’uno con l’altro:
lui ossigeno, lei idrogeno,
 
loro figlio, un fuoco devastatore.
Io, Trainor, il farmacista, un mescolatore di sostanze chimiche,
morto mentre facevo un esperimento,
vissi senza sposarmi.

Trainor, the Druggist

Only the chemist can tell, and not always the chemist, 
what will result from compounding
Fluids or solids.
And who can tell
How men and women will interact
On each other, or what children will result?
There were Benjamin Pantier and his wife,
Good in themselves, but evils toward each other:
He oxygen, she hydrogen,
Their son, a devastating fire.
I Trainor, the druggist, a mixer of chemicals,
Killed while making an experiment,
Lived unwedded.

Un ottico

Prima parte:
Daltonici, presbiti, mendicanti di vista
il mercante di luce, il vostro oculista,
ora vuole soltanto clienti speciali
che non sanno che farne di occhi normali.

Non più ottico ma spacciatore di lenti
per improvvisare occhi contenti,
perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.
Seguite con me questi occhi sognare,
fuggire dall’orbita e non voler ritornare.

Seconda parte:
Primo cliente – Vedo che salgo a rubare il sole
per non aver più notti,
perché non cada in reti di tramonto,
l’ho chiuso nei miei occhi,
e chi avrà freddo
lungo il mio sguardo si dovrà scaldare.

Secondo cliente – Vedo i fiumi dentro le mie vene,
cercano il loro mare,
rompono gli argini,
trovano cieli da fotografare.
Sangue che scorre senza fantasia
porta tumori di malinconia.

Terzo cliente – Vedo gendarmi pascolare
donne chine sulla rugiada,
rosse le lingue al polline dei fiori
ma dov’è l’ape regina?
Forse è volata ai nidi dell’aurora,
forse volata, forse più non vola.

Quarto cliente – Vedo gli amici ancora sulla strada,
loro non hanno fretta,
rubano ancora al sonno l’allegria
all’alba un po’ di notte:
e poi la luce, luce che trasforma
il mondo in un giocattolo.

Faremo gli occhiali così!
Faremo gli occhiali così!

Dippold l’ottico

– Che cosa vedi adesso?
Globi rossi, gialli, viola.
Un momento! E adesso?
Mio padre, mia madre e le mie sorelle.
Sì! E adesso?
Cavalieri in armi, belle donne, volti gentili.
Prova queste.
Un campo di grano – una città.
Molto bene! E adesso?
Molte donne con occhi chiari e labbra aperte.
Prova queste.
Solo una coppa su un tavolo.
Oh, capisco! Prova queste lenti!
Solo uno spazio aperto – non vedo niente in particolare.
Bene, adesso!
Pini, un lago, un cielo estivo.
Così va meglio. E adesso?
Un libro.
Leggimene una pagina.
Non posso. I miei occhi sono trascinati oltre la pagina.
Prova queste.
Profondità d’aria.
Eccellente! E adesso?
Luce, solo luce che trasforma tutto il mondo in un giocattolo.
Molto bene, faremo gli occhiali così.-

Dippold the Optician

What do you see now?
Globes of red, yellow, purple.
Just a moment! And now?
My father and mother and sisters.
Yes! And now?
Knights at arms, beautiful women, kind faces.
Try this.
A field of grain – a city.
Very good! And now?
Many womens with bright eyes and open lips.
Try this.
Just a globet on a table.
Oh I see! Try this lens!
Just an open space – I see nothing in particular.
Well, now!
Pine trees, a lake, a summer sky.
That’s better. And now?
A book.
Read a page for me.
I can’t. My eyes are carried beyond the page.
Try this lens.
 
Depths of air.
 
Excellent! And now?
Light, just light, making everything below it a toy world.
Very well, we’ll make the glasses accordingly.


Il suonatore Jones

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

Il violinista Jones

La terra emana una vibrazione
là nel tuo cuore, e quello sei tu.
E se la gente scopre che sai suonare,
ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita.
Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio?
O un prato da attraversare per arrivare al fiume?
Il vento è nel granturco; tuti freghi le mani
per i buoi ora pronti per il mercato;
oppure senti il fruscio delle gonne.
Come le ragazze quando ballano nel Boschetto.
Per Cooney Potter una colonna di polvere
o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità;
Per me somigliavano a Sammy Testarossa
che danzava al motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare i miei quaranta acri
per non parlare di acquistarne altri,
 
con una ridda di corni, fagotti e ottavini
agitata nella mia testa da corvi e pettirossi
e il cigolìo di un mulino a vento – solo questo?
E io non iniziai mai ad arare in vita mia
senza che qualcuno si fermasse per strada
e mi portasse via per un ballo o un picnic.
Finii con quaranta acri;
finii con una viola rotta –
 
e una risata spezzata, e mille ricordi,
 
e nemmeno un rimpianto.

Fiddler Jones

The earth keeps some vibration going
There in your heart, and that is you.
And if the people find you can fiddle,
Why, fiddle you must, for all your life.
What do you see, a harvest of clover?
Or a meadow to walk through to the river?
The wind’s in the corn; you rub your hands
For beeves hereafter ready for market;
Or else you hear the rustle of skirts.
Like the girls when dancing at Little Grove.
To Cooney Potter a pillar of dust
Or whirling leaves meant ruinous drouth;
They looked to me like Red-Head Sammy
Stepping it off, to Toor-a-Loor.
How could I till my forty acres
not to speak of getting more,
With a medley of horns, bassoons and piccolos
Stirred in my brain by crows and robins
And the creak of a wind-mill – only these?
And I never started to plow in my life
That some one did not stop in the road
And take me away to a dance or picnic.
I ended up with forty acres;
I ended up with a broken fiddle –
 
And a broken laugh, and a thousand memories,
 
And not a single regret.

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