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Archive for the ‘Venere in pelliccia’ Category

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Per poco non me lo perdevo. Sinceramente non mi ero neanche accorta che fosse uscito un nuovo film di Polanski. Un po’ perché il titolo non era nuovo, un po’ perché non se ne è parlato praticamente da nessuna parte, sta di fatto che sono riuscita ad andare a vederlo in extremis nell’ultimo cinema che ancora lo proiettava. Mi sono cacciata in sala al volo, quasi senza documentarmi, dopo una rapida sbirciata alla trama, ma si è rivelata una mossa quanto mai fortunata.

Dopo Carnage del 2011, Roman torna a cimentarsi con il testo di una pièce teatrale. Nel caso specifico si tratta della Venere in Pelliccia di Davis Ives (2010) basata a sua volta sull’omonimo romanzo dell’austriaco Leopold Von Sacher-Masoch, del 1870.

Il regista teatrale Thomas (Mathieu Amalric) vuole mettere in scena il suo riadattamento della Venere e sta facendo le audizioni per la parte di Wanda. E’ sera, sta per concludere l’ennesima giornata deludente, fatta di provini inutili con ragazzine svampite e lessicalmente disabili o aspiranti dive prive di umiltà. Parla rapidamente al cellulare con la sua compagna, raccoglie le sue carte, quando, dal caos del temporale che si sta scatenando all’esterno, gli piomba in teatro Vanda (Emmanuelle Seigner).

Improbabile omonima del personaggio che vorrebbe interpretare, figura grottesca, caotica, inattendibile. Rovescia addosso a Thomas un fiume di parole inadatte, sconclusionate. Verbalmente e fisicamente fuori posto, vestita con una mise sadomaso e un collare (non è una roba hard?) professa la totale ignoranza del testo per cui vorrebbe fare l’audizione e snocciola una sequela imbarazzante di affermazioni sbagliate. Volgare, triste, assurda, Thomas non sa come togliersela di torno. Lei si dispera. Ma intanto tira fuori un costume di scena stranamente adatto all’ambientazione ottocentesca. E senza troppe cerimonie si mette ad armeggiare con le luci di scena, rendendole più adatte. Cerca di convincere un riluttante Thomas ad interpretare Gregor, per darle la battuta. Lui legge svogliato ma la voce di Vanda alle sue spalle cambia di colpo. Conosce la parte (ma non avevi detto che non sapevi cosa fosse?).

Thomas si incuriosisce. Le dà corda.

Comincia un gioco delle parti che si addentra sempre più a fondo.

Vanda è alternativamente se stessa e la Wanda del testo mentre Thomas entra ed esce dal personaggio di Gregor, sebbene in modo meno repentino e meno convinto.

Vanda è perfetta. Ma come è possibile?

Due ruoli ambigui fino al parossismo, sempre più stratificati, sempre più confusi. Regista-attore-personaggio-persona-autore-narratore chi è chi? qual è il punto di partenza. Chi sta valutando chi?

Due ruoli di una difficoltà impressionante interpretati e gestiti con altrettanto impressionante bravura sia dalla Seigner che da Almaric. In particolare, la parte di Vanda è quella che presenta i passaggi e gli sbalzi più improvvisi e contrastanti, con il risultato di dare vita ad una figura al tempo stesso ammaliante e terrificante, crudele e seducente.

Bellissima Emmanuelle, che mostra il suo corpo seminudo per quasi tutto il film, senza particolari sconti o indulgenze per quanto riguarda l’età. Sciatta e al tempo stesso altera. Decadente e incredibilmente sensuale. Vittima indifesa e mistress implacabile.

Veramente ben fatto, perfetto in ogni dettaglio. Una discesa negli inferi della morbosità, dove i confini delle identità si spezzano, i piani di realtà si confondono, si relativizzano, perdono la loro consistenza.

Da vedere.

Cinematografo & Imdb.

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