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Archive for the ‘I. Pastorelli’ Category

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Allora.

Io non lo volevo vedere questo film.

Per i miei pregiudizi sul cinema italiano in genere e poi perché mi stava cordialmente sul cazzo il trailer. Che, per carità, di per sé non è garanzia di nulla, come mi ha insegnato la colossale cantonata che presi sulla Grande Bellezza per lo stesso motivo, però intanto è un fattore che ha il suo peso.

A ciò si aggiunga una latente maldisposizione nei confronti di Marinelli e l’irritazione di sottofondo per l’utilizzo del nome di Jeeg Robot in modo apparentemente a sproposito.

Morale. L’avevo bocciato in partenza.

E poi succede che da tre settimane circa non faccio altro che imbattermi in giudizi entusiasti su questo film. E non solo in giro per la rete, ma anche da persone del cui giudizio mi fido parecchio.

E dunque andiamo a vederlo questo Jeeg, con riserva, qualora i miei timori si rivelassero fondati, di stilare una lista di tutti quelli da ricoprire di improperi nei prossimi giorni, rei di avermi fuorviata.

La realtà è che alla fine Lo chiamavano Jeeg Robot mi è anche piaciuto.

Intendiamoci, non da esaltarmi, ecco. Non sto parlando di totale coinvolgimento come per Suburra, e neanche dei toni enfatici che si leggono su molti giornali.

Però è divertente, originale – quanto meno in relazione al panorama nostrano – intelligentemente autoironico e, nell’insieme, ben costruito.

Prendete la Roma delinquente, decrepita e sporca dei bassifondi – una sorta di Gomorra in versione romana – uniteci un po’ di Marvel per l’impostazione della storia e amalgamate il tutto con un po’ di background anni Ottanta condiviso sotto forma di versioni italiane dei manga.

Otterrete un mix curiosamente omogeneo, dal retrogusto a tratti anche un po’ nostalgico e dalla struttura inaspettatamente solida.

Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un poveraccio. Un delinquente di strada da quattro soldi che tira avanti a forza di espedienti, e conduce un’esistenza di squallido abbrutimento. Un giorno, nel tentativo di nascondersi alle forze dell’ordine che lo stanno inseguendo, si immerge vicino ad una chiatta nelle acque del Tevere. Nascosti nell’acqua ci sono dei contenitori marchiati con il simbolo del nucleare. Uno di questi barili si rompe e il suo contenuto si diffonde nell’acqua e intorno a Enzo che nel frattempo cerca di riemergere.

Il bagno radioattivo fa sì che Enzo dapprima stia male e poi si scopra radicalmente cambiato nel fisico che manifesta una resistenza e una forza sovrumane.

Non appena si rende conto di questa sua nuova condizione, il primo pensiero è di utilizzare i nuovi poteri a suo vantaggio nelle attività illegali, ma la sua strada incrocia quella dello Zingaro (Luca Marinelli), aspirante malavitoso ma incapace di portare a termine un vero colpo, e di Alessia (Ilenia Pastorelli) una ragazza curiosa e dolcissima nella sua pazzia, che si fissa che lui sia Hiroshi, e che possa diventare il Jeeg.

La struttura della trama è quella classica da fumetto/manga/film Marvel, con nascita dell’eroe e creazione dell’antagonista. Negazione delle responsabilità derivanti dai poteri, fase egoistica, coinvolgimento emotivo, cambio prospettiva, scelta del lato giusto e scontro con l’antagonista.

Il tutto riadattato al contesto nostrano con toni apprezzabilmente autoironici che fanno del personaggio di Enzo una sorta di supereroe de noantri, grezzo privo di enfasi eroica ma ugualmente coinvolgente.

La struttura è ben congegnata, il ritmo veloce e coinvolgente.

Buon livello su tutti gli aspetti, dalla scelta della colonna sonora – anch’essa rigorosamente italiana e dichiaratamente semiseria – alle inquadrature, alle lunghe sequenze senza dialoghi, prima fra tutte quella d’apertura. Io poi ho un debole per gli incipit dei film privi di dialoghi, quindi devo dire che la cosa ha subito contribuito a migliorare la mia disposizione d’animo.

Fittissimi i riferimenti, dalle citazioni esplicite ai richiami nella costruzione di alcune scene – Enzo che ferma il tram come Spiderman la metropolitana, la ragazzina salvata dalle fiamme e la polizia che lo lascia andare, sempre come Spiderman, etc., etc…

Buono anche il livello del cast.

Mi pare di aver già sproloquiato ai tempi di Suburra su come la recitazione in dialetto o comunque con forte accento regionale contribuisca – almeno per quel che mi riguarda – a mitigare tutta una serie di intonazioni tipiche della recitazione italiana che personalmente non apprezzo. Va da sé che non potevo che amare il fatto che Jeeg Robot sia tutto recitato in romanesco. E poi il romanesco mi mette di buon umore a prescindere.

Claudio Santamaria è notevole. Perfettamente equilibrato nelle espressioni, non un’esagerazione, non una sbavatura. Chiuso e coerente nel suo personaggio ostile a se stesso e al mondo.

Bravissima anche Ilenia Pastorelli. L’ho tanto odiata per il tono svampito che si sente nel trailer ma non avevo assolutamente capito che tipo di personaggio fosse. In realtà la sua è una parte tutt’altro che facile e riesce a tenerla su senza scadere mai nel ridicolo o nel patetico.

Ho apprezzato forse un po’ meno Luca Marinelli. E’ vero che il suo è il ruolo del cattivo da fumetto e deve essere in certa misura esagerato e macchiettistico. Ed è anche vero che io non amo molto la sua mimica facciale esagerata quindi magari il mio giudizio è un po’ falsato. Però a volte l’ho trovato un po’ troppo sopra le righe, un tantino forzato.

Tolto questo, ho passato due ore di sano e divertente intrattenimento.

Non pensavo di dirlo ma sì, decisamente consigliato.

Carina anche la versione finale della sigla di Jeeg cantata da Santamaria.

Cinematografo & Imdb.

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