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Archive for the ‘Anarchia – La notte del giudizio’ Category

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Sono andata a vedere questo film senza particolari aspettative. Un po’ perché è un sequel, e questo già di per sé riduce le prospettive di originalità, un po’ perché dal trailer sembrava poco più che il primo con ambientazione in esterni anziché in interni. Il che sottintendeva anche il fatto che fosse poco più che la solita operazione commerciale. Il primo Notte del Giudizio ha avuto un discreto successo e la tentazione di replicare era quasi ovvia. Inoltre, il primo è stato un altro di quei casi dal fortunato rapporto budget (bassissimo) – incassi (non vertiginosi ma comunque alti).

La realtà è che, alla fine, questo Anarchy mi è piaciuto persino più del suo predecessore.

Sostanzialmente è più articolato. Sia dal punto di vista della trama che delle implicazioni.

Il presupposto di partenza è sempre lo stesso: benessere e ricchezza per tutti nella nuova America rinata grazie ai Padri Fondatori, il tutto al modico prezzo di una notte di Sfogo totale in cui qualsiasi crimine è legale, omicidio compreso.

Mentre nel primo la prospettiva era esclusivamente quella i un’upper class barricata dietro i suoi costosi sistemi di sicurezza, questa volta si scende in strada. E non una strada qualsiasi, perché lo scenario sono le strade di Los Angeles. Le strade violente per eccellenza nell’iconografia cinematografica.

Ci sono più personaggi, più storie che si intrecciano. Diverse situazioni di partenza che puntano a creare un gruppo non omogeneo di protagonisti.

La struttura è quella tradizionale da action movie, quasi da videogioco, con la città da attraversare superando vari livelli di ostacoli.

La classica formula nasconditi-ammazza-scappa, comune anche a tutto il filone degli zombie movie, oltre che ai distopici. L’idea di fondo di un territorio di caccia dove le prede provano a sopravvivere.

I personaggi sono assortiti in modo tale da rappresentare diverse tipologie più o meno compatibili tra loro, e questo rende possibile lo sviluppo di tutte quelle dinamiche relazionali tipiche di un sistema chiuso.

L’azione è ben congegnata, veloce ma non confusa. La tensione si crea subito e non si allenta per tutto il film. Le singole storie dei protagonisti sono plausibili e coerenti.

Cast di volti poco noti ma comunque efficaci. In particolare Frank Grillo rende molto bene il personaggio di Leo che è, di fatto, l’unico del gruppo con le capacità e i mezzi per venir fuori dal casino ma fortunatamente ci risparmia eccessi e atteggiamenti da Rambo della situazione.

Per diversi aspetti risulta ancora più disturbante del primo, non solo per l’impiego di elementi visivi come le maschere del gruppo di cacciatori – ancora più elaborate di quelle della gang del primo – o come la figura di quella specie di boia sul camion blindato, ma anche per la maggiore cattiveria di tutta una serie di trovate. Elementi relativamente minori e non eccessivamente approfonditi ma di una crudeltà assoluta, lucida, impietosa. La figura del “sacrificato” che può essere acquistato e fatto venire comodamente a casa per sfogarsi senza rischio. La festa organizzata dai super ricchi e l’orrenda vecchia che la presenta.

E, se fin qui c’è già materiale più che a sufficienza per un buon film, a tutto ciò si aggiunge ancora un altro aspetto.

In rete si parla di rivoluzione. Non solo contro la natura intrinsecamente sbagliata e disumana dello Sfogo. Si insinuano dubbi sui Padri Fondatori, su quello che lo Sfogo serve a nascondere e a coprire.

Il quadro si amplia. La dimensione distopica permane ma cambia la sua portata alla luce di quello che si scopre più in profondità.

E se l’istinto di sopravvivenza nell’essere umano fosse più forte di qualunque altro impulso? E se neanche l’odio fosse abbastanza?

Un buon film, davvero. Se anche si può storcere un po’ il naso per la morale magari un po’ troppo facile di una parte del finale, resta il fatto che DeMonaco sfrutta in modo intelligente e articolato l’idea che, pur valida, nel primo era solo abbozzata. Con uno stile che richiama non poco Carpenter, strizza l’occhio a più illustri predecessori del genere, mette in luce le potenzialità del presupposto e apre a nuovi scenari. Se continua così spero che arrivi presto anche il terzo episodio.

Cinematografo & Imdb.

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DeMonaco ci riprova e, a quanto pare, senza neanche sforzarsi di cambiare troppo gli ingredienti. Non so. Il primo era riuscito bene in parte anche per la relativa originalità dell’idea (o quanto meno della sua rielaborazione). Qui sembra un po’ il solito tentativo di voler bissare un successo inaspettato semplicemente riproponendo la stessa situazione e magari esasperandola ulteriormente. Mah.

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