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Archive for the ‘R. Hauer’ Category

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Mi considero una fan piuttosto fedele di Dario Argento. Penso di aver visto praticamente tutto quello che ha fatto e sono in quella condizione – tipica da fan appunto – che alla fine mi piace anche quando non mi piace, se si capisce il concetto.
E’ pur vero che per Dario Argento bisogna adottare dei parametri di giudizio appositamente dedicati e dimenticarsi tutta una certa abitudine al canone horror a cui Hollywood ci ha assuefatti.

Questa sera sono reduce da Dracula 3D. Dracula secondo Argento.

Sinceramente ero parecchio dubbiosa sul risultato e invece son rimasta persino stupita perchè è un film decisamente raffinato sotto diversi aspetti. Tolto Il Fantasma dell’Opera che era ambientato più o meno a fine Ottocento ma si svolgeva quasi interamente all’interno del teatro, questo è il primo film di Argento di ambientazione interamente storica.

Il 3D è fatto bene anche se, come ormai nella maggior parte dei casi, non aggiunge nulla al film. Splatter ridotto davvero al minimo, sia come inquadrature truculente – pressoché assenti – sia come quantità di sangue – che comunque è davvero troppo chiaro e a volte tende pure un po’ al fucsia. Piccola eccezione, peraltro ben riuscita, la scena in cui Dracula costringe Delbruck a spararsi alla gola e si vede un bel rallentatore del proiettile che attraversa la bocca e poi il palato per uscire dal cranio spalmandone il contenuto sul soffitto.

Enorme debito nei confronti del Dracula di Bram Stoker di F.F. Coppola. Per carità, la storia di partenza è sempre la stessa non è che si possano fare molte varianti, ma la scelta di alcune battute (i figli della notte, che dolce musica fanno in questo e i figli della notte, quale dolce musica emettono nell’altro) e l’impostazione di alcune scene (per esempio quella dove Harker si affaccia alla finestra e vede il Conte camminare a quattro zampe sulle mura, tanto per dire la prima che mi viene in mente) rivelano davvero troppo palesemente l’eredità di quel precedente in particolare.

Il digitale. Volendo sorvolare sul fatto che DA lo usa se non per la prima volta poco ci manca con quei dieci anni abbondanti di ritardo rispetto al resto del mondo del cinema, non offre grandi rielaborazioni. Pessime le fiamme che avvolgono Lucy; assolutamente bocciate. Spesso e volentieri utilizza ancora interiora di maiale per le scene truculente e per una volta che qualcosa va fatta alla vecchia maniera ci mette in mezzo il digitale, ma pazienza. Bocciatissima anche la mantide. Ecco, lì poteva anche prendere l’idea di Coppola e rifare la sagoma fatta di topi.

Kretschmann nei panni del Conte ci sta abbastanza bene (anche se le scene in cui urla e vorrebbe essere spaventoso non sono esattamente il massimo).

Lucy è interpretata da Asia Argento che, per quanto io le voglia davvero bene, dovrebbe smetterla di doppiarsi da sola dato che parla come se si stesse lavando i denti.

Rispolverato per l’occasione un ormai un po’ incartapecorito ma ancora valido Rutger Hauer nei panni di Van Helsing.

La storia è quella nota a tutti, ridimensionata un po’ per l’occasione, trasportata in un piccolo paesino (molte riprese si sono svolte nel suggestivo Ricetto di Candelo) e riadattata su scala decisamente più ridotta, con qualche concessione qua e là e atmosfere giustamente molto goticheggianti.

Musiche ancora una volta di Claudio Simonetti.

Morale. Piacerà come sempre agli appassionati di Argento ma è comunque apprezzabile anche da chi non è strettamente addicted.

Cinematografo & Imdb.

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