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Archive for the ‘L. Beukes’ Category

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L’uomo stringe il cavallino di plastica arancione nella tasca della giacca sportiva. E’ sudaticcio nella sua mano. Siamo in piena estate e fa troppo caldo per i vestiti che porta. Ma ha imparato a indossare un’uniforme per quello che deve fare. Jeans, nella fattispecie. Avanza a lunghe falcate: un uomo che cammina perché ha un posto in cui andare, malgrado un piede zoppo. Harper Curtis non è un vagabondo. E il tempo non attende nessuno. Tranne quando lo fa.

La ragazzina è seduta in terra, a gambe incrociate, le ginocchia nude bianche e ossute come teschi di uccelli, sporche d’erba. Alza lo sguardo quando gli stivali dell’uomo fanno scricchiolare il ghiaietto, ma solo per il tempo necessario a consentirgli di vedere gli occhi scuri sotto il groviglio di riccioli sudici, prima che lei li distolga e torni alle sue faccende.

1931. Chicago.

Harper Curtis è nei guai. E’ inseguito da gente con cui avrebbe fatto meglio a rimanere in buoni rapporti ma che invece ora lo vuole uccidere.

Harper sta scappando e nella sua fuga trova la Casa.

La Casa è fatiscente e chiaramente abbandonata. Harper segue qualcosa che non sa neanche lui cos’è ed entra. La Casa, dentro, è calda e accogliente.

La Casa viaggia nel tempo. Harper ci mette poco a capirlo.

Apri la porta su un’epoca. Ci fai un giro. Rientri. Riapri la porta su un’altra fetta di tempo.

Apri e chiudi. Apri e chiudi. Prima e dopo. Ora.

Ma non è solo questo. Harper lo avverte.

La Casa gli parla. E le parole sono nomi di ragazze del passato, del presente e del futuro. Ragazze che splendono e bruciano nella sua mente fino a farlo impazzire finché non le uccide.

Harper è l’assassino che nessuno potrà mai catturare perché è l’assassino che nessuno potrebbe mai ipotizzare.

1992. Sempre Chicago.

Kirby Mazrachi è sopravvissuta per miracolo ad una brutale aggressione.

Il suo assalitore non è mai stato preso e Kirby vuole trovalo. Ha bisogno di trovarlo per poter andare oltre.

Approfitta del suo posto da stagista in un giornale per portare avanti le sue indagini tra vecchi articoli e materiale dimenticato, ma soprattutto tentando di ottenere quante più informazioni possibili da Dan, suo responsabile e, al momento, giornalista sportivo ma anche colui che aveva seguito il suo caso quando lei era quasi morta.

Kirby cerca analogie tra quello che è successo a lei e altri omicidi e si imbatte in un numero sconcertante di morti che potrebbero in qualche modo essere associate. E si imbatte anche in tempi che non tornano. E oggetti impossibili che non avrebbero mai potuto essere dove invece sono stati rinvenuti.

Un po’ thriller, un po’ horror, un po’ psicologico, The Shinign Girls è un libro dalla struttura complessa e dagli ottimi presupposti

Se devo fare un’osservazione, all’inizio ho faticato un po’ con la scelta del presente come tempo della narrazione. Razionalmente si accorda bene con l’immediatezza dell’azione e la repentinità dei salti temporali. E rende anche bene l’idea che per Harper, qualunque sia il tempo in cui si trova, è sempre e comunque qui e ora. Però, soprattutto nei primi capitoli, mi ha rallentato un po’ il processo di immedesimazione. Come se fosse un po’ forzato, soprattutto nelle parti di descrizioni un po’ più lunghe.

Tuttavia il ritmo della narrazione è serrato e coinvolge. Ti catapulta in un turbine avanti e indietro nel tempo, dove ogni dettaglio può ribaltare completamente le sorti della storia e dove ogni oggetto, anche il più insignificante, può diventare determinante.

The Shining Girls, nel complesso, è un libro ambizioso e brillante.

Ambizioso devi esserlo per forza quando ti metti a giocare con i viaggi nel tempo e, soprattutto, con l’infinità di paradossi a cui dà origine uno spostamento temporale multiplo e non lineare.

Brillante perché Lauren Beukes gestisce bene i tantissimi elementi che mette sul piatto e li fa quadrare tutti. Prende per mano il lettore, lo porta da un capo all’altro di Chicago, da un capo all’altro del secolo e gli mostra, con una logica inquietantemente semplice, che quello che gli serve per capire è tutto lì, davanti ai suoi occhi.

Non conoscevo questa autrice ma è stata una scoperta interessante.

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