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Archive for the ‘M. Hughes’ Category

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Ultimo capitolo. Questa volta davvero.

E tutto sommato, pur essendo al di fuori della continuity in senso stretto, risulta meglio collegato a tutto il resto di alcuni dei capitoli precedenti.

A dieci anni esatti dal primo film, Wes Craven torna alla regia. In fin dei conti Freddy è una sua creatura e se bisogna dirgli addio, vuole farlo a modo suo.

Siamo fuori dall’incubo. Siamo nel mondo reale.

Heather Langenkamp – l’attrice che interpretò la Nancy dei primi Nightmare – è tormentata da strani sogni che hanno in qualche modo a che fare con Freddy e con il guanto artigliato di Krueger a cui suo marito – addetto agli effetti speciali – sta lavorando.

E poi ci sono i terremoti, un maniaco che continua a telefonarle imitando la voce di Freddy e Dylan, il figlioletto di Heather, che comincia a comportarsi in modo strano.

La serie di Nightmare è famosissima e Heather si trova spesso coinvolta in iniziative che vi ruotano intorno. Viene chiamata per un’intervista dove, a sorpresa, compare anche l’amico e collega Robert (Englund), conciato per l’occasione con i panni di Freddy.

Heather e Robert parlano e viene fuori che anche Robert ha degli incubi.

E poi arriva Wes.

Wes che propone ai suoi attori storici un ultimo film per chiudere in bellezza.

Wes che ha gli incubi più di chiunque altro.

Wes che sa che Freddy è venuto fuori dai suoi incubi e si è legato al film e sa che un ultimo film è l’unico modo per liberarsene.

Heather è incerta e incredula ma Dylan è sempre più strano e il confine tra ciò che reale e ciò che è finzione si assottiglia progressivamente.

Heather accetta di essere Nancy ancora una volta e così Robert e gli altri membri del cast.

Ognuno interpreta se stesso che interpreta il ruolo che aveva nei primi Nightmare.

Un film nel film. La figura di Freddy che buca lo schermo, che conferma la sua realtà, identificandosi come l’incubo che ha tormentato il regista che gli ha dato vita.

Freddy salta tutti i passaggi e diventa fisicamente reale.

Il meccanismo dei salti di livello è lo stesso degli altri film. Solo che qui fa un ultimo balzo ed esce dal copione.

Questo era l’unico film della serie che avevo già visto a suo tempo. Ricordo che mi piacque allora e confermo che mi è piaciuto ancora adesso, riguardandolo a distanza di anni.

Il presupposto di una realtà fatta a scatole cinesi e di una dimensione del sogno che coinvolge trasversalmente tutti i livelli è interessante e viene sfruttato bene, con un buon equilibrio tra la nuova storia e il divertimento di vedere la saga di Nightmare dall’esterno – Robert Englund in abiti civili, autocitazioni (in particolare nelle modalità delle uccisioni) e frecciatine (non poteva mancare quella in cui si commentava che il primo film era il migliore).

Nell’ultima parte la struttura diventa un po’ più standard, con la lotta con Freddy impostata in modo abbastanza classico e il solito splatter sempre rigorosamente di bassa categoria, ma il ritmo tiene e la trasformazione degli attori in personaggi avviene in modo fluido ed efficace.

Nel ruolo di Dylan, il figlio di Heather, c’è Miko Hughes, il bambino zombie di Pet Sematary – che evidentemente è cresciuto con un’alimentazione a base di horror.

Da vedere. Anche se non si sono visti tutti i capitoli intermedi.

Cinematografo & Imdb.

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