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Archive for the ‘T. Sangster’ Category

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Sono profondamente convinta della assoluta e totale necessità di una legge che tuteli il diritto inalienabile di ogni individuo a non interrompere la lettura di un libro quando mancano meno di cento pagine al finale.

Echeccazzo. E’ dalla mia pausa pranzo di oggi che devo finire Mr. Mercedes ma l’Universo cospira palesemente contro di me. L’Universo e il lavoro. L’Universo e quella seccante incombenza che è la realtà concreta. L’Universo e io stessa, a dirla proprio tutta. Sembra che lo faccia apposta. Quando c’è qualcosa che voglio assolutamente fare riesco invariabilmente a impelagarmi a fare qualcos’altro. Se qualcuno conosce il nome clinico di questa cosa è pregato di comunicarmelo. Grazie.

E intanto sei qui a scrivere…

Oh, Voce!  Da quanto non ti si sentiva!

Ti sono mancata?

E’ una domanda trabocchetto?

Solo perché non ti va mai bene niente di quello che dico.

Non è vero. Sei tu che hai sempre qualcosa da ridire.

Ci stiamo arenando.

Perché continui a cazzeggiare. Qual è il motivo della tua ricomparsa?

Il film.

Embè? Cos’ha che non va il film?

Non so, forse che è qualcosa come il millemillesimo caso di distopic-teen-survival-movie? (Ho dimenticato qualcosa?)

No, non hai dimenticato niente e sì, è vero, è l’ennesimo caso di tutta quella roba lì. E, se vuoi una mano, possiamo anche aggiungerci un bel young-adult che adesso pare che piaccia proprio tanto. Che poi, detto tra parentesi, la maggior parte dei young-adult non sono altro che una rivisitazione del classico romanzo di formazione, ma se lo diciamo in inglese e cambiamo qualcosetta nella connotazione fa sempre più figo. Chiusa parentesi. E, per continuare il discorso del visto e rivisto, è innegabile che si stia attraversando, per questo genere di film, la stessa fase che ha vissuto il fantasy fino a tre-quattro anni fa. E che, di fatto, riguarda periodicamente un po’ tutti i generi. Va di moda l’horror? Esce un horror ad ogni piè sospinto. Va di moda il polpettone romantico? Idem. E via così. Mode, appunto. E lo stesso vale per il discorso del fare tutto a trilogie. E chi sei, al giorno d’oggi, se non fai almeno una trilogia? Tsè, manco arrivi nelle sale.

Bene. Appurato questo, non è detto che, pur nel genere che va per la maggiore, non si trovi qualcosa di buono.

E questo Maze Runner è buono?

Non è male. Davvero.

Ha delle pecche – che risiedono quasi tutte nel fatto che in molte cose si adagia sugli elementi canonici del genere e quindi risulta un po’ pigro in quanto a originalità – ma nel complesso ha anche dei buoni spunti.

Per dire, se, da un lato, l’idea del sistema forzatamente chiuso e manovrato da un non meglio identificato responsabile è citazione di innumerevoli predecessori – dal Signore delle Mosche ai più prosaici Lost e Hunger Games (già a loro volta citazioni) – l’articolazione di questo elemento nella forma della Radura ha in sé una componente di staticità interessante.

E’ la materializzazione della dimensione atemporale in cui è incastrata la generazione che, sulla carta, dovrebbe rappresentare il futuro. Prima ancora di essere un eventuale test, una prigione, o un esperimento (le opzioni alla fine son poi sempre le stesse) è la totale assenza di speranza. Di motivazione. E’ la mancanza di un passato – non ci sono ricordi=non ci sono riferimenti che arrivino da una storia o da un’eredità culturale – e di un futuro – non c’è via d’uscita. E’ la concretizzazione del rischio che la generazione in questione possa essere l’ultima. Sospesa un limbo eterno di ripetizione priva di scopo.

Il regista, Wes Ball, è un esordiente. Il cast è giovane e pressoché sconosciuto ma comunque se la cava dignitosamente. Le dinamiche relazionali sono parecchio stereotipate, quello sì, ma non al punto da risultare moleste.

Il labirinto è figo, non esagera con gli effetti e le trovate grafiche ma risulta debitamente opprimente e inquietante.

E anche il finale non è da sottovalutare. Come tutti i primi capitoli di una trilogia (ma non solo) apre molte questioni e bisognerà poi vedere come verranno sviluppate. Se tutto quello che viene messo in tavola verrà fatto quadrare o se si perderanno elementi e sottotrame a destra e a manca come nel compianto e già citato Lost. In ogni caso le prospettive per ora sono interessanti e ricche di potenzialità.

Viene voglia di vedere il secondo capitolo e anche di leggere i libri.

Insomma, vado a vederlo?

Fa’ un po’ cosa vuoi. Io vado a finire Mr. Mercedes.

Cinematografo & Imdb.

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