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Antichrista

Subito desiderai conoscerla.

Sapevo bene che non sarebbe accaduto. Di fare un passo verso di lei, no, non ne ero capace. Aspettavo sempre che fossero gli altri ad avvicinarsi a me, ma nessuno lo faceva mai.

Era questo, l’università: credere che ti saresti aperta sull’universo e non incontrare nessuno.

Una settimana dopo i suoi occhi si posarono su di me.

Blanche e Christa sono due adolescenti intellettualmente precoci, cosa che ha portato entrambe a trovarsi anzitempo all’università.

Blanche è timida, introversa, solitaria. Ama leggere ed è combattuta tra il desiderio e la paura di relazionarsi con gli altri.

Christa è brillante, estroversa, spigliata. Ama essere al centro dell’attenzione ed ha il dono di far gravitare gli altri intorno a sé.

Blanche ammira segretamente e da lontano Christa, dando per scontato di non avere la benché minima possibilità di poter risultare interessante per una ragazza tanto attraente e carismatica.

Avere un’amica mi sembrava incredibile. Tanto più se l’amica era Christa…ma no, impossibile persino sperarlo.

Tant’è che quando Christa comincia a dare segno di averla notata e le rivolge addirittura la parola per salutarla e scambiare due chiacchiere, Blanche si trova completamente spiazzata e destabilizzata nel dover gestire un vero rapporto interpersonale. E oltretutto proprio con l’oggetto della sua ammirazione.

Comincia quella che, sulla carta, sembrerebbe un’amicizia ma che in realtà si rivela qualcosa di molto più insidioso e inaspettato.

Christa è carismatica, è vero. Conquista tutti con estrema facilità. Con troppa facilità. E’ sempre così adatta in tutto quello che dice e che fa. Troppo adatta. Christa è troppo perfetta. E agli occhi di Blanche lo è in modo sempre più sospetto.

Gli occhi di Blanche cominciano gradualmente riprendersi dall’abbagliamento iniziale e a mettere a fuoco una figura molto diversa da quella che aveva creduto di ammirare.

Sotto quella sua facciata impeccabile e ammaliante Christa nasconde una perfidia disumana. Si insinua nella vita di Blanche, si nutre di essa, se ne appropria in modo subdolo e crudele.

Una storia di equilibrio, sostanzialmente, questo Antichrista. Una storia che indaga in modo estremo, paradossale, impietoso tutte quelle dinamiche che regolano i giochi di forza nel rapporto tra due persone. Le infinite variabili che intervengono a spostare la predominanza da una parte o dall’altra. L’inevitabilità del prevalere di una parte.

Adoro il modo in cui Amélie disseziona i meccanismi dei rapporti interpersonali, il modo in cui ne fa emergere la natura essenzialmente di prevaricazione.

Ma è anche una storia di opposti da conciliare, dicotomie da chiarire e imparare ad accettare. Di fantasmi di aspettative da soddisfare o deludere. Contraddizioni da risolvere o, quanto meno, da guardare in faccia. La storia di una spaccatura. Di una lacerazione profonda che è prima di tutto in sé stessi.

Lo specchio è essenziale. Simbolico e reale al tempo stesso. Spettatore e personaggio. Lo specchio è testimone della lotta e del suo esito.

Blanche e Christa sono opposte e complementari. Sono la materializzazione della convivenza forzata di pulsioni che spingono in direzioni contrarie. E quando la convivenza non è più possibile, quando la conflittualità diventa una questione di sopravvivenza, un sacrificio sembra essere necessario e inevitabile.

Avevo sedici anni. Non possedevo nulla, né beni materiali, né conforto spirituale. Non avevo amici, non avevo amori, non avevo vissuto ancora niente. Non avevo idee, non ero neanche sicura di avere un’anima. Tutto quello che avevo era il mio corpo.

A sei anni, spogliarsi non è nulla. A ventisei, è ormai una vecchia abitudine.

A sedici anni, spogliarsi è un atto di una violenza insensata.

 

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