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Archive for the ‘Rose Red’ Category

Rose_Red_locandina

Bad house! BAD PLACE!

Ancora lo zio Steve e ancora per la tv, questa volta senza passare dal libro. King replica l’esperienza tutto sommato positiva de La tempesta del secolo e adotta la stessa formula di un suo soggetto-e-sceneggiatura per tre puntate e per la regia di Craig R. Baxley.

Joyce Reardon è una studiosa del paranormale, titolare di una cattedra quanto mai precaria alla Beaumont University di Seattle. Oltre all’attività accademica, Joyce sta cercando di portare avanti un suo progetto, prima che le vengano tagliati definitivamente i fondi dall’istituto. I suoi studi si concentrano su Rose Red, l’antica dimora di Ellen Rimbauer, attorno alla quale si sono sviluppate leggende e fenomeni più o meno verificabili e che nel corso degli anni è stata teatro di eventi inspiegabili.

Rose Red è abbandonata ma ha un potere psichico enorme. E’ il luogo che serve a Joyce per raccogliere le prove necessarie per conferire finalmente uno status inequivocabile al suo lavoro così malamente snobbato dall’ambiente accademico.

E poi Rose Red ha la capacità di crescere da sola.

Joyce è fidanzata, guarda caso, con Steve, l’ultimo discendente della famiglia Rimbauer e ha pertanto un accesso privilegiato all’antica dimora. Steve ha in programma di demolire Rose Red ma accetta di aspettare che Joyce porti a termine il suo progetto.

Progetto che consiste nel radunare un gruppo di persone scelte, tutte con qualche potere psichico o abilità paranormale. Tutti individui ipersensibili alle tracce dell’attività che ha caratterizzato Rose Red nel corso degli anni. Tutti amplificatori del potere che ormai giace sopito nell’imponente costruzione.

Rose Red è una cellula morta, assicura Joyce. Non è più attiva da anni. Non si corre alcun pericolo.

E’ un’occasione unica e imperdibile di ottenere finalmente delle prove concrete.

The proof is out there.

Il gruppo selezionato è assolutamente disomogeneo. C’è chi aderisce per curiosità, chi per soldi. C’è chi è scettico, chi preoccupato. C’è chi ha visioni del passato, chi ha mani sapienti e chi ha il dono della scrittura automatica. Ma l’elemento chiave, la partecipazione a cui Joyce tiene di più in assoluto è quella di Anne Wheaton, una ragazzina autistica dotata di poteri straordinari che potrebbe funzionare da catalizzatore per l’energia psichica racchiusa in Rose Red.

Annie accetta. O meglio. Sua sorella Rachel accetta perché il compenso della spedizione permetterà ad Annie di accedere ad un istituto adatto a persone con le sue doti e i suoi problemi: Annie non si esprime verbalmente. Tutta la sua emotività e i suoi stati d’animo si manifestano attraverso i suoi poteri che però lei non è in grado di controllare completamente, soprattutto quando è spaventata o si sente minacciata. Rachel cerca di insegnarle a gestirli e cerca di proteggerla ma sa che da sola non ce la può fare. Sa anche che con la sensibilità di Annie, portarla a Rose Red è tutt’altro che sicuro, ma è un rischio che deve correre.

Tra le altre cose, Annie adora Glenn Miller.

I’ve never heard Glenn Miller play out of a flower before.

Lo scenario così strutturato unisce il topos della casa stregata con il sistema chiuso che tanto piace a King – e che tanto gli riesce bene. Le dinamiche interne del gruppo – prevalentemente collaborativo fatta eccezione per la figura di Emery, immancabile e antipatico elemento disgregate e ostile – si intrecciano con le manifestazioni via via sempre più significative della casa.

L’impronta televisiva della serie si nota ma non ne pregiudica la buona riuscita. E’ breve e questo fa sì che la vicenda si articoli in modo coerente senza eccessive divagazioni e senza che si aprano filoni destinati a rimanere orfani.

E su questo apro un attimo una parentesi. Che è vero che la sceneggiatura è pur sempre di King ma dopo il disastro che ha combinato nel ’94 con L’ombra dello scorpione – cui accennavo anche la scorsa settimana – e date le sue mediocri doti cinematografiche, ho imparato a non dar nulla per scontato in termini di struttura di trama. E’ anche vero che un soggetto originale per lo schermo è sicuramente meno rischioso, a livello di coerenza, che non una trasposizione da un romanzo. Soprattutto se autore e sceneggiatore sono la stessa persona – un caso analogo che mi viene in mente, anche se in tutt’altro ambito, è quello della Mazzantini: tanto i suoi romanzi sono eccezionali quanto le sue sceneggiature tendenzialmente mediocri – suppongo sia proprio un problema di differenza di linguaggio. Chiusa parentesi.

Gli effetti speciali sono discreti – qualche fantasma malconcio, quasi niente splatter. La casa in sé è fighissima e la prima parte dell’esplorazione riserva tutta una serie di trovate inquietanti e rese visivamente molto bene.

Il cast valido anche se per buona parte piuttosto anonimo. C’è Julian Sands nel ruolo di Nick e Judith Ivey nel ruolo di Cathy. Pam è interpretata da Emily Deschanel che sì, è proprio la sorella (maggiore) di Zooey. C’è anche King che come al solito si diverte a fare una comparsa, questa volta nel ruolo del ragazzo delle pizze.

Rose Red won’t let you have what you want.

Nel 2001 è uscito Il diario di Ellen Rimbauer – La mia vita a Rose Red, un romanzo scritto da Joyce Reardon, pseudonimo dello scrittore statunitense Readly Pearson (anche se per un certo periodo sono circolate voci che volevano King celato dietro lo pseudonimo). Il romanzo è una sorta di prequel, ispirato alle vicende narrate in Rose Red anche se suppongo debba esserci stata una collaborazione concordata già in fase di lavorazione tra King e Pearson perché la serie è arrivata sugli schermi statunitensi a gennaio 2002. Sempre che non abbia preso io qualche cantonata con la cronologia.

In ogni caso, sull’onda del successo di Rose Red, nel 2003 dal romanzo è stato tratto un film per la tv, Il diario di Ellen Rimbauer, che in Italia è uscito nel 2005 e che prima o poi dovrò recuperarmi, dato che non l’ho ancora visto.

Imdb.

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64653 (9/19/00) STEPHEN KINGÕS ROSE RED --

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