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Archive for the ‘Q. Wallis’ Category

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Tecnicamente è già lunedì ma dal momento che son le due di notte non riesco ancora a dire nulla sulla cerimonia degli Oscar che si sta svolgendo in questo momento – per ora ho solo qualche scorcio di red carpet con Quevenzhane Wallis vestita di blu e accompagnata da un cane di peluche, ma niente di più. Se riesco, seguirà aggiornamento durante la giornata, altrimenti domani resoconto completo dei vincitori.

Gambit. Come già anticipavo qualche settimana fa, remake dell’omonimo film del 1966, diretto da Michael Hoffman e sceneggiato dai fratelli Coen.

Londra. Un curatore di mostre (Colin Firth) dalle ottime capacità e dal grande amore per l’arte, vessato e umiliato dal suo datore di lavoro ricco, arrogante e spocchioso (Alan Rickman). Una cowgirl spennatrice di polli (Cameron Diaz). Un Maggiore in pensione dedito alla pittura. Una roulotte. Claude Monet e i suoi Pagliai. Un altro curatore di mostre dall’atteggiamento eccentrico (Stanley Tucci). Ah, già, dimenticavo. Un leone e qualche giapponese.

A questi ingredienti si aggiunga la summenzionata sceneggiatura dei fratelli Coen.

Si mescoli il tutto con una buona dose di umorismo se non proprio inglese quanto meno molto British-style e si ottiene una commedia gradevole e simpatica, dall’impostazione molto classica e dai tratti a volte persino un po’ retrò.

Basata fondamentalmente sullo schema della truffa da organizzare e mettere in atto, apre in diversi momenti alla commedia degli equivoci – la scena dell’albergo è spassosissima – con qualche ammiccamento all’aspetto sentimentale – senza però, per fortuna, indulgervi eccessivamente.

Colin Firth si dimostra ancora una volta attore estremamente adattabile alle parti più diverse, divertente e molto credibile nel ruolo, con quella sua espressione di chi non ha ancora capito bene dove si trova.

Cameron Diaz fa la matta ed è bella – forse persino un po’ troppo per il suo personaggio, ma non facciamo i pignoli – e brava.

Alan Rickman è assolutamente impagabile. I ruoli antipatici gli riescono sempre che è una meraviglia, con il suo repertorio di  espressioni più significative di qualsiasi copione.

E c’è anche Stanley Tucci, nei panni di un personaggio che si intuisce essere simpatico ma che in verità è discretamente massacrato da un doppiaggio eccessivamente caricaturale.

E’ un film divertente e leggero, senza grosse pretese ma con uno stile delicato, una trama che funziona e una struttura ben costruita.

I fratelli Coen si intuiscono nell’impostazione, anche se la loro impronta non è così dichiarata, non essendo loro alla regia.

Ho letto critiche che lo definiscono per certi versi superiore all’originale perchè più ironico e più dinamico. Sarei curiosa di recuperarmelo.

Cinematografo & Imdb.

E in attesa dei risultati, qualche sbirciata sul red carpet.

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85th Annual Academy Awards - Arrivals

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Nonostante le ottime critiche che avevo letto in merito e nonostante mi incuriosisse parecchio, sono andata vedere questo film con il timore latente che si rivelasse una delusione, per il semplice fatto che, quando si parla di bambini protagonisti, spesso si rischia di cadere se non nello stereotipo, quanto meno nello stucchevole.

Timore assolutamente infondato. Anzi. Oltre ad essermi piaciuto molto, questo film mi ha anche sorpresa. Un po’ forse perchè non mi ero documentata abbastanza, un po’ perchè dal trailer mi ero fatta un’idea diversa, sta di fatto che non me lo aspettavo.

Siamo nel Sud della Louisiana, in una zona paludosa, la Grande Vasca, che rischia di essere sommersa dall’acqua ad ogni alluvione o uragano, oltre che a causa dell’innalzamento del mare per lo scioglimento dei ghiacci. In questa zona, situata proprio nel cuore dell’America ma al tempo stesso completamente fuori dal mondo, vivono un padre e una figlia, insieme alla loro gente.

Nelle loro baracche, conducono una vita semplice ben oltre i limiti della povertà, cacciano, pescano e seguono il tempo di un ritmo sfasato rispetto al resto del mondo, dal quale sono tenuti lontani e guardati con sospetto.

Il padre, Wink, ha un unico scopo, preparare la piccola Hushpuppy a cavarsela da sola per quando lui non ci sarà più (la mamma se ne è già andata).

Un po’ favola, un po’ metafora, un po’ viaggio di formazione, un po’ celebrazione di tutti coloro che scelgono di vivere fuori dai confini tracciati dalla società, il film di Zeitlin ha il grande pregio di mantenere dall’inizio alla fine un equilibrio perfetto tra i vari elementi in gioco. Tra il fantastico delle Bestie preistoriche e la realtà cruda dell’uragano. Tra la spensieratezza e la drammaticità di tutta la situazione.

I tratti a volte surreali dell’ambientazione e le incursioni del mito fanno da contrappunto e da bilanciamento ad una tristezza in agguato dietro l’angolo, impedendole di prendere il sopravvento. Non è un film drammatico, nè tanto meno melodrammatico. E non è neanche un film sentimentale nel senso classico (e negativo) del termine.

Tratto dalla pièce teatrale Juicy and Delicious di Lucy Alibar, Beasts of Southern Wild (che chissà perchè in italiano si è perso le bestie) è un film insolito – e già questa non è una cosa da poco – delicato e coinvolgente.

Grande merito ai due protagonisti, Dwight Henry (Wink) e la piccola Quvenzhané Wallis (Hushpuppy), bravi, belli, perfetti dall’inizio alla fine.

Se forse ritengo un po’ eccessiva la candidatura di Wallis a miglior attrice protagonista non è per qualche pecca nella sua interpretazione ma semplicemente perchè mi sembra un po’ prematura. Resta il fatto che Quvenzhanè – sei anni all’epoca delle riprese – lascia senza parole. E’ veramente difficile non affezionarsi alla sua energia, alla sua espressione seria, al suo essere più grande della sua età, forse più grande persino di suo papà. Non ha niente dei soliti connotati dei protagonisti bambini. Piccola cacciatrice, uomo di casa, concentrato di forza e di vita, Hushpuppy è un personaggio estremamente interessante e QW riesce davvero bene a incarnarne tutte le sfumature.

Da vedere.

The whole universe depends on everything fitting together just right. If one piece busts, even the smallest piece… the entire universe will get busted.

Cinematografo & Imdb.

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