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Archive for the ‘L. F. Baum’ Category

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Sì, mi sono persa ad Oz.

Non posso farci niente, ho trovato caricato su YouTube tutto il film e non ho resistito. Anche perché non si riesce più a trovare da nessuna parte.

Uh, chissà perché…

Non è che magari c’è anche un motivo per cui non si trova?

Sì, senti, lo so che non è questa pietra miliare della cinematografia fantastica, è solo un vecchio film Disney degli anni Ottanta, ma ci sono affezionata.

E’ come quei giocattoli che ti ricapitano per caso tra le mani e ti accorgi di non averli mai dimenticati, con tutti i loro particolari, perché c’è stato un periodo della tua vita in cui davvero avevano un ruolo centrale. Erano così importanti.

Quindi rassegnati e sopportami finché non avrò finito il mio tour delle rimembranze.

Nel Fantastico Mondo di Oz (1985) è basato sulle vicende – suppongo liberamente rimescolate – di due libri della serie principale (per maggiori dettagli in proposito rivedere il post di ieri), The Marvelous Land of Oz e Ozma of Oz.

Come dicevo, è un filmetto per bambini, che evidentemente non ha riscosso neanche molto successo perché, tolto il periodo d’uscita al cinema e del successivo passaggio in televisione, è praticamente sparito. Immagino che se lo ricorderanno solo quelli a cui è capitato di vederlo in tv intorno all’87 o giù di lì, e, in particolar modo, quelli che in quegli anni avevano l’età più adatta per apprezzarlo. Zona elementari, per intenderci.

Nel mio caso è un film che si porta dietro tante di quelle cose. Evidentemente il vizio di vedere e rivedere i film parecchie volte ce l’ho sempre avuto, perché ricordo distintamente che c’è stato un anno in cui, ogni volta che andavo a casa di una certa mia amica, puntualmente ci rivedevamo questo film. E ricordo anche che, in quell’anno, sapevo praticamente a memoria tutte le battute. Col passare degli anni mi è capitato altre volte di rendermi conto di sapere a memoria un intero film, ma penso che questo sia stato il primo in assoluto che avrei saputo ripetere dalla prima all’ultima battuta.

Poi è sparito dalla circolazione e dalla mia memoria per tanti di quegli anni che veramente non pensavo fosse rimasto qualcosa.

E invece man mano che lo rivedevo era come entrare in una stanza rimasta chiusa, dove nulla è stato spostato. E dove, in effetti, è entrata anche poca polvere.

Comincia con Dorothy che ha problemi a dormire. Gli zii (la zia è Piper Laurie – la mamma di Carrie) sono preoccupati perché non fa che parlare di un mondo e di presunti amici che non esistono e quindi pensano che sia da curare. Parentesi. C’è già in sottotraccia l’impostazione abbastanza tipica di quegli anni e che ritroviamo anche in Labyrinth l’anno dopo, nell’86, che vuole rappresentare con l’abbandono del mondo fantastico il passaggio di crescita più o meno forzato. Chiusa parentesi.

Dorothy che ha nostalgia di Oz.

Riesce a ritornarvi ma trova un disastro. E io ritrovo una tale infinità di dettagli e di elementi che per poco non mi commuovo (non che ci voglia poi molto in realtà a farmi commuovere, ma questo è un altro discorso).

La gallina Billina. Il sentiero di mattoni gialli tutto distrutto. Gli abitanti pietrificati. I Ruotanti – mi facevano una paura terribile ed in effetti sono parecchio inquietanti. La regina Mombi e la sua collezione di teste viventi da indossare e cambiare come vestiti – ecco queste invece non mi facevano per nulla paura, il che era abbastanza singolare dal momento che all’epoca scappavo via urlante se qualcuno staccava la testa ad una Barbie. Il divano volante con la testa di alce. E Jack Testa di Zucca. E il re degli gnomi. E Dorothy che deve trovare lo Spaventapasseri e indovinare in che cosa è stato trasformato lui e anche i suoi compagni, che hanno fallito prima di lei nel tentativo. E Ozma.

Non c’è un solo dettaglio, una sola scena di questo film che non sia impressa nella mia memoria.

E ci sono pure buffi ricordi collaterali.

Il re degli gnomi chiama a turno i membri del gruppetto per entrare nella sala degli oggetti dove dovranno provare a trovare lo Spaventapasseri. Arriva il momento di Jack e il re dice esattamente le parole “Il prossimo. Testa di Zucca”. Ecco, mi ricordo uno spezzone di Blob, dove subito dopo questa frase avevano montato un pezzo di un intervento di Cossiga. E niente. Mi fa ridere, ricordarmi queste cose.

Basta. Mi fermo perché tanto questa palesemente non è una recensione e rischio di andare avanti per un’altra mezz’ora a perdermi sui dettagli man mano che mi tornano in mente.

Per chi avesse voglia di fare un salto all’indietro, una gita ad Oz, o anche semplicemente per chi fosse curioso e per tutti coloro che continuano ad amare anche le storie per bambini, qui il link del film completo.

Cinematografo & Imdb.

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Ricostruire la bibliografia completa (e soprattutto priva di strafalcioni) di tutte le storie ambientate nella terra di Oz è impresa più ardua di quello che potrebbe sembrare, anche volendosi limitare alle sole opere di L.F. Baum, che del Meraviglioso Mondo è il creatore.

Qui potete trovare a grandi linee (è una voce da verificare per molti aspetti, ma per dare un’idea può andare) l’elenco dei libri principali, a partire dai quattordici di Baum, nucleo di partenza.

Mi sembra quindi logica conseguenza che, con una così vasta scelta di materiale a cui attingere, la Disney sia riuscita a fare un film genericamente tratto “dalle opere di L.F. Baum” ma che di fatto non è la trasposizione di nessun libro in particolare – sempre che non abbia preso una colossale cantonata, in tal caso, si apprezzano segnalazioni.

No, scherzi a parte, davvero, mi sta sorgendo il dubbio che quello di Oz sia il regno più movimentato della letteratura fantastica, sia dal punto di vista delle vicende sia dal punto di vista del traffico di autori che vi ha messo mano in una forma o nell’altra.

Esaurite le questioni di ordine filologico, resta comunque un giudizio positivo sul film – si può dire quel che si vuole, ma è un dato di fatto che la Disney rappresenta una garanzia dal punto di vista delle trame. Poi si può stare a discutere di quanto siano standardizzate e/o moraleggianti, ma comunque funzionano.

Probabilmente in vista di un futuro remake de Il Mago di Oz, quello della vicenda classica di Dorothy (tratto dal primo libro Il Meraviglioso Mago di Oz, 1900) – che, per inciso, è sempre stato tra le mie fiabe preferite fin da piccola – ci troviamo qui di fronte ad una sorta di prequel dove si racconta di come Oz sia diventato il mago e sovrano del regno che porta il suo nome.

Anche in questo caso si parte dal Kansas – terra che per me, quando ero bambina, è sempre stata fiabesca e irreale quanto il regno di Oz, non avendo io alcuna percezione concreta dell’esistenza né dell’una né dell’altro – dove Oz – diminutivo di Oscar – è un mago da fiera imbroglione, dongiovanni e dallo scarsissimo successo.

Anche in questo caso arriva un uragano che coglie Oz mentre è in fuga su una mongolfiera e lo trasporta nel regno.

Da qui partono una serie di vicende che, per quanto al di fuori del canone, si integrano bene con gli aspetti più noti della vicenda di Dorothy e spiegano la storia dei personaggi che vi prenderanno parte. Oltre a capire come Oz diventa il Mago di Oz, vediamo chi erano in origine le streghe cattive dell’Est e dell’Ovest, così come la strega buona del Sud.

Molte delle creature sono quelle che già si conoscono. C’è una scimmia alata, c’è una fugace apparizione di un leone incidentalmente definito codardo e ci sono spaventapasseri animati.

Bellissimo inoltre il personaggio della bambina di porcellana.

Nei panni di Oz c’è James Franco, che se la cava bene, con un personaggio che è molto più autoironico di quanto non sembri ad una prima occhiata.

Le streghe. Mila Kunis – oltre ad essere bellissima, ma questo è un commento poco tecnico – interpreta Theodora, che, se all’inizio mi ha lasciato qualche perplessità perché sembra un personaggio fin troppo svampito, si riscatta ampiamente con un’evoluzione inaspettata.

Rachel Weisz – anche lei bella e brava come sempre – veste i panni di Evanora e per Glinda c’è Michelle Williams, che avrà pure interpretato Marilyn ma a me continua a non piacere granché. Non che reciti male, ma in questo caso il suo aspetto rende forse un po’ troppo stucchevole il personaggio.

La regia è di Sam Raimi e le musiche di Danny Elfman.

Visivamente è molto bello e molto ben fatto. Si sono sbizzarriti a dar vita a creature e ambientazioni un po’ prese dai testi e un po’ – almeno così mi pare – elaborate ad hoc. Anche il 3D ci sta bene. E’ divertente e ben sfruttato – con un paio di scene dove ti ritrovi un bestio non meglio identificato che ti salta fuori all’improvviso davanti al naso facendo fare un salto ai bambini presenti in sala. E ovviamente alla sottoscritta.

Morale. Andate a vederlo.

Per quel che mi riguarda, ogni volta che rientro per qualche motivo in contatto con il Mondo di Oz, mi riprende la fissa, per cui parto a caccia di libri e film che non ho visto o che ho visto anni addietro. Ergo, probabilmente seguiranno sviluppi sul tema.

Cinematografo & Imdb.

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