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Archive for the ‘Tron Legacy’ Category

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Sequel del Tron del 1982, si potrebbe dire che Tron Legacy (2010) non è esattamente quel tipo di film di cui si sentiva la necessità.

E non perché sia fatto male, no, anzi. Semplicemente, il primo aveva senso in relazione all’epoca nella quale era stato pensato, mentre il secondo si ritrova ad averne solo in quanto feticcio commemorativo del suo più illustre predecessore.

In parole povere. Difficilmente a qualcuno piacerà davvero il secondo se non ha visto il primo. E non è neanche un problema di comprensibilità della trama. Sì, ci sono i riferimenti alle vicende dell’82 ma non c’è un intreccio di complessità tale da risultare dipendente dall’altro. E’ proprio un discorso temporale.

Mi rendo conto che io stessa l’ho guardato con il costante riferimento del primo in mente.

E’ proprio un discorso che va a toccare l’idea di fondo. Alla base c’è tutta una concezione mitizzante/mitizzata della tecnologia che era tipica degli anni Ottanta e che ora risulta totalmente anacronistica.

E’ lo stesso principio del Tagliaerbe. Lo guardi ancora adesso ed è un bel film ma devi accettare che il presupposto su cui basa ha perso qualsiasi possibile plausibilità.

Nei due Tron, la visione di questa dimensione fisica dell’interno del sistema, con la personificazione di Programmi e Creativi, ha dietro di sé il presupposto dell’aspettativa di infinite potenzialità dello sviluppo tecnologico. Potenzialità che ormai sono state o realizzate o drasticamente ridimensionate e sulle quali sarebbe difficile, ora, basare la teorizzazione, seppur narrativa, di qualche sviluppo così radicalmente fantascientifico. Tant’è che se il primo aveva potuto evitare di porsi questo genere di problema, in questo secondo capitolo c’è bisogno del riferimento a Matrix per riuscire a supportarne la solidità.

E’ tuttavia apprezzabile che, anche quello che non è esattamente spiegabile o plausibile, magari in relazione a vecchie dinamiche, non viene approfondito particolarmente ma ci si limita a discreti accenni che ti dicono, sì, ok, le premesse sono queste, non è che ci devi credere, basta solo che le prendi per buone un momento. Insomma, non ha la pretesa di stravolgere l’idea per attualizzarla e questo, come dicevo, è sicuramente un aspetto positivo. La lascia intatta e la usa per quello che è, un’idea degli anni Ottanta.

Detto ciò, è comunque un film divertente. Il ritmo è buono, gli attori validi, con Jeff Bridges e Garret Hedlund nei panni di padre e figlio e Olivia Wilde nel ruolo di Quorra. Visivamente poi è uno spettacolo, con questi paesaggi molto cupi sui quali si muovono i mezzi luminosi e  i programmi e i creativi con le tute dalle linee fluorescenti. Oltretutto è bello anche il fatto che la struttura visiva del mondo in cui si svolge il tutto non sia stata stravolta rispetto all’originale ma semplicemente resa in modo più evoluto. Sicuramente molto adatto al 3D.

Anche la colonna sonora dei Daft Punk merita decisamente. Al di là del fatto che mi aspettavo di sentir partire Follow Me da un momento all’altro, è un gran bel tuffo negli anni Ottanta.

Insomma, non sarà questo film indimenticabile e magari sarà poco più di un omaggio all’originale, ma è comunque un omaggio ben riuscito e ti fa venire abbastanza nostalgia da aver voglia di rivedere il primo.

Cinematografo & Imdb.

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