Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘M. Nispel’ Category

Sto cercando di seguire 100 pallottole d’Argento su RaiMovie, impresa che si è rivelata più ardua del previsto dal momento che per la seconda serata in genere, se non sono in coma, sono iperattiva e sto tendenzialmente facendo qualcos’altro per cui mi dimentico. Segue scenetta standard in cui io sgrano gli occhi e me ne esco con un “..azz..! Dario!” (manco fosse un mio amico), mi fiondo al televisore, bestemmio per altri cinque minuti perché col digitale terrestre non riesco mai a trovare i canali che voglio (sono refrattaria, sta cosa del digitale non mi è ancora andata giù) finché non approdo al film immancabilmente iniziato. Oltretutto, dato che i film in programma li ho visti quasi tutti, in genere punto a vedermi almeno le intro di Dario Argento, che trovo carine sia per le curiosità che tira fuori, sia perché il suo modo di presentarle ha un che al tempo stesso di surreale e scazzato che mi garba.

Comunque. Ieri sera ce l’ho fatta e mi sono anche guardata il film, dato che non l’avevo mai visto. In effetti non ho mai visto nessuno degli episodi originali del ciclo di Non aprite quella porta, neanche la primissima versione di T. Hooper del ’74, per cui non sono in grado di dare un giudizio sul film in quanto remake.

Di per sé questa versione del 2003 (di M. Nispel) – sulla quale peraltro ho letto critiche pessime – non è poi così malvagia. Siamo a un livello da Notte Horror degli anni ’90, per cui non proprio altissimo, ma si fa guardare nonostante i cliché del genere siano spesso fin troppo palesi. Sì ci sono diverse situazioni che sono un tantino pretestuose e i personaggi non è che agiscano proprio in base ad una logica ferrea, però anche questo, a suo modo, fa parte del genere. E’ il principio di Wes Craven per cui la Ragazza Inseguita dall’Assassino/Psicopatico di turno scappa sempre su per le scale. Poi, la casa e Leatherface. Non so, sarà che a me le carrellate su svariati attrezzi metallici atti a tagliare/infilzare/macellare fanno paura per principio (penso che potrei confessare qualsiasi cosa alla sola vista di un tagliaunghie, se brandito in modo convincente), ma nel complesso si crea anche abbastanza tensione. Leatherface invece non è tra i “cattivi” più spaventosi che abbia mai visto e anche la sua famiglia avrebbe potuto essere molto più inquietante, magari evitando di eliminare l’elemento del cannibalismo.

Un’ultima cosa. L’autostoppista suicida. Esattamente, da dove l’ha tirata fuori quella pistola?

Cinematografo e Imdb.

Read Full Post »