Ma quanto mi è piaciuto questo Deadpool.
Davvero. Molto più di quel che mi sarei aspettata.
I film Marvel vado a vederli sulla fiducia. Almeno nella maggior parte dei casi. Tolta qualche cazzata esageratamente palese come i nuovi Fantastici 4 o il reboot di Spiderman, credo di aver visto più o meno tutti quelli in circolazione.
E sì, via, parliamo di stereotipi ed eroi fatti in serie ed effetti digitali livellanti e schemi consolidati etc., etc., etc.; e possiamo anche parlare di stravolgimenti dei canoni originari dei fumetti. Va bene.
Però resta il fatto che nella quasi totalità dei casi si ha un risultato sul quale le considerazioni negative vengono a posteriori mentre nell’immediato si esce dalla sala soddisfatti per essersi divertiti.
Morale, la salsa Marvel avrà forse sempre lo stesso retrogusto ma continua a funzionare, quali che siano gli abbinamenti.
Deadpool ha puntato su un lancio un po’ diverso dal solito perché Deadpool è un personaggio un po’ diverso dal solito. Anche in originale, è un po’ ai margini dell’universo Marvel.
Ex mercenario malato di cancro, Wade Wilson accetta di sottoporsi ad un programma che cerca di indurre la mutazione nel corpo di individui non mutanti. Un’organizzazione privata, per così dire, che cerca di creare dei giovani soldati indistruttibili. La stessa che ha messo l’adamantio in Wolverine, per capirci.
Anche Wade muta. E diventa in grado di rigenerarsi. Come effetto collaterale di questa mutazione però rimane orrendamente sfigurato e la pelle di tutto il suo corpo sembra come ustionata.
Wade/Deadpool è una sorta di eroe per caso.
Un antieroe e tutti i costi che spara cazzate in continuazione, agisce per se stesso e parla sboccato.
Un buffone mascherato che si rivolge direttamente in camera di continuo e sciorina battutacce piene di riferimenti a film e personaggi, possibilmente di altri fumetti.
E che continua a rifiutare categoricamente l’offerta di collaborazione degli X-Men della scuola di Xavier.
Rispetto al fumetto hanno fatto parecchi cambiamenti ma rimane comunque un buon lavoro.
Avrei evitato di cambiare l’origine del suo nome (ci ripenso ma continuo a non vederne il motivo) ma ho apprezzato il fatto che abbia mantenuto l’autoconsapevolezza di essere il personaggio di un fumetto – cosa piuttosto rara nel mondo Marvel ma molto significativa nella caratterizzazione.
Anche la portata del suo umorismo da spogliatoio è stata un po’ ridimensionata, cosa che fa riflettere sull’effettiva trasgressività di questo presunto supereroe per adulti che, al di là della facciata, si incastra comunque alla perfezione nel grande quadro Marvel in una sorta di politically uncorrect controllato.
La trama di per sé non è niente di rivoluzionario, anzi. Caduta, risalita, vendetta, gnocca in pericolo da salvare.
A rendere il tutto particolarmente coinvolgente e divertente è la natura stessa del personaggio e la sua comicità spesso grottesca ma assolutamente efficace.
Ad interpretare Deadpool è Ryan Reynolds, che si vedeva già, proprio con questo ruolo, in X-Men – Le origini – Wolverine.
Regia di Tim Miller al suo primo lavoro.
Non so all’estero, ma negli ultimi anni in Italia Deadpool ha avuto nei fumetti un vero e proprio boom. A mio avviso carino, divertente, che non si prende sul serio (sa di essere personaggio inventato e strizza l’occhio al lettore), ma preferisco un altro tipo di storie (X-men anni ’80/90: dopo le storie hanno perso intensità e profondità, salva qualche caso). Tuttavia, anche se un po’ superficiale, come intrattenimento non è male: è giusto che gli sia dato lo spazio che merita e non quella cosa che è stata X-Men – Le origini – Wolverine.
Sì, non è sicuramente un personaggio al livello dei grandi fumetti Marvel. E’ divertente. Ed è carino che sia divertente in modo specificatamente autoriferito nell’ambito dell’universo Marvel da cui entra ed esce in modo volutamente dissacrante. Molte delle sue battute han poco senso se non si conoscono i fumetti e i personaggi più seri. E’ un po’ come un’incarnazione della coscienza autoironica. Nel film tutto ciò è sicuramente più blando che non nel fumetto ma lo spirito rimane comunque divertente.
X-Men – le origini – Wolverine non mi aveva disturbata più di tanto. Ok forse era un po’ troppo ma almeno era inserito in qualche modo nella linea narrativa e temporale pur essendo uno spin off. Mi ha invece infastidita tantissimo Wolverine – L’immortale. Gratuito, pretestuoso e anche noioso.
Le citazioni sono il pezzo forte di Deadpool e spaziano dai fumetti, al cinema, alla musica.
Di Wolverine – Le origini non mi era piaciuto com’era stato usato Deadpool, oltre a come erano state usate le sue origini. Non un film malvagio (qualche buono spunto l’aveva), ma non da spingermi a vedere Wolverine – L’immortale.
E’ vero, il Deadpool che compare nel primo Wolverine è quanto meno strano.
W.-L’immortale non riesco neanche a considerarlo un vero capitolo della saga perché è troppo scollegato da tutto.