Rimango perplessa. Diciamo che mi aspettavo qualcosa di più. Qualcosa di meglio. Se non altro perché dopo il completo flop del prequel dedicato a Magneto e Xavier – l’unico che devo ancora vedere e che ho giusto recuperato la scorsa settimana – qui si punta di nuovo tutto sul personaggio più figo della serie. Un po’ come dire, si va sul sicuro.
In realtà il risultato delude per diversi motivi.
E’ un film di transizione. Fondamentalmente serve solo a far saltare di nuovo fuori Wolverine e a preparare il terreno per X-Men – Giorni di un futuro passato in programma per il 2014. E in effetti la cosa più interessante di tutto il film si è rivelato il bonus post titoli di coda che apre al capitolo successivo. E si ha la netta impressione che voglia dire – neanche poi troppo velatamente – bene ci siamo tolti la parte noiosa di spiegazione su come Wolverine ritorna, adesso possiamo di nuovo parlare degli X-Men.
Ecco, un altro aspetto un po’ discutibile è proprio che non sembra un film della serie X-Men, e non tanto perché ruota tutto intorno a Wolverine – anche nel prequel a lui dedicato era così – quanto piuttosto perché viene quasi cancellata la nozione di X-Men sullo sfondo. E’ come se W. venisse ridotto alla stregua di un qualsiasi supereroe al quale viene ovviamente contrapposto un cattivo anche lui dotato di qualche strano potere, perché così vuole la tradizione, ma niente di più. Non si fa quasi cenno alla condizione dei mutanti né ad un contesto più ampio di alcun tipo.
Se da un punto di vista prettamente di regia (J. Mangold) non si possono individuare grosse pecche stilistiche, è invece impossibile ignorare una discreta serie di buchi di sceneggiatura nei quali si rischia di venire risucchiati. La struttura della trama di per sé è abbastanza deboluccia e – cosa che per me è anche peggio – mancano parecchie spiegazioni. Mancano passaggi logici. Le cose succedono a volte senza nemmeno un tentativo di giustificazione – una per tutte la faccenda dell’adamantio nello scheletro di Wolverine: con tutto quel che si era speso a spiegare la complessità e la drammaticità dell’operazione di fissaggio, qui viene trattato come una qualsiasi sostanza in circolazione nel sangue di W., con conseguenti maldestri tentativi di estrazione e passaggio. Non dico oltre per non spoilerare.
Poi per carità, quello che succede si capisce comunque, ma resta un senso di assoluta arbitrarietà che non ti fa mai entrare del tutto nella storia.
Oltretutto, timido tentativo di ricollegare le fila ai capitoli precedenti con l’impiego della visione onirica di Jean e dei sogni concentrici.
Quasi prevedibilmente figo il personaggio di Viper mentre secondo me il migliore resta quello di Yukio. Fanciulla di turno non tra le più significative e Hugh Jackman che stavolta è davvero troppo grosso e mostra palesi segni di invecchiamento.
Nel complesso non posso dire che sia proprio un brutto film, ma di sicuro fino ad oggi è il più deludente della serie (tolto il capitolo iniziale, sul quale però non nutro grandissime speranze comunque).
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